The Walk (R. Zemeckis-2015)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>6 agosto 1974: Philippe Petit, giovane funambolo francese, realizza la traversata delle Twin Towers del World Trade Center di New York, su di un cavo d’acciaio senza nessuna protezione.
La pellicola diretta e sceneggiata da Zemeckis è l’adattamento del libro autobiografico To Reach the Clouds – Toccare le nuvole fra le Twin Towers. I miei ricordi di funambolo scritto dallo stesso Petit, al quale era gia stato dedicato il documentario vincitore del premio Oscar nel 2009 Man on Wire – Un uomo tra le Torri realizzato da James Marsh. La parte del protagonista è affidata a Joseph Gordon-Levitt, quasi irriconoscibile nei tratti somatici e nell’accento marcatamente francese, che ha lavorato a stretto contatto con Petit per apprendere la tecnica necessaria per camminare su di una fune e Ben Kingsley, che interpreta il primo vero allenatore del funambolo francese, Papà Rudy. Il film racconta principalmente la spettacolare avventura della traversata, dalla sua concezione sino alla sua realizzazione. La locandina italiana è composta da una veduta dall’altro della porzione di città ricompresa tra le due torri, tra cui è sospeso il cavo d’acciaio utilizzato da Petit per la traversata. La figura del funambolo nell’atto della partenza sulla fune, è inserita nel limite destro dello spazio, nella porzione centrale del manifesto, diventando un punto focale per lo spettatore. Ma la vera attrattiva dell’immagine è la verticalità data dai due grattaceli e la veduta in 3D della città ai piedi delle due torri, una vera e propria vertigine che veicola tutti i significati dell’impresa di Petit: la sfida, il pericolo, il vuoto, l’altezza, l’ossessione per le due Torri, la passione, la preparazione e la lucida follia di questo straordinario protagonista, negli anni, di numerose di queste imprese. Agli occhi del fruitore, l’immagine risulta di grande impatto, togliendo quasi il fiato…avvertendo nel contempo chi soffre di vertigini, che probabilmente non è il film adatto!
I colori utilizzati sono presi dalla gamma cromatica che possiamo incontrare nelle grandi città, ovvero un scala di grigi, punteggiata da pochissime note di colore, che si intuiscono a fatica data l’altezza. L’immagine è avvolta da nubi diradate, che contestualizzano l’impresa dal punto di vista temporale, poiché la traversata avvenne alle prime luci dell’alba, ma donano anche all’immagine stessa un senso onirico. La parte testuale è ridotta all’osso: in alto a destra con un colore azzurro, viene sottinteso il nome del regista nella citazione di due dei suoi film più famosi, mentre appena sotto viene riportata la tagline del film, che è tratta da una delle più celebri frasi di Petit: I limiti esistono soltanto nell’anima di chi è a corto di sogni. Il titolo scritto con un carattere maiuscolo di colore nero, è inserto in basso a sinistra del manifesto, sotto il quale è stata inserita la scritta di colore azzurro (che richiama il colore del cielo) “una storia vera”, che risulta come informazione allo spettatore che non conosce l’origine della storia.
Chiara Merlo