Salvare e amare madre Terra
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>a cura di Nossa Ivan
(autore dei libri di successo Trasforma in oro tutto ciò che tocchi e del nuovo Il Potere e la Magia della Gratitudine)
www.ivannossa.com
NO IMPACT MAN
di Colin Beavan
POSSIAMO VIVERE AD IMPATTO ZERO?
Un film documentario che propone una sfida quasi impossibile: vivere ad impazzo zero nel mondo moderno.
Si può vivere in una grande città, avere una coscienza ecologica e dormire sonni tranquilli nel letto di un appartamento che ha tutti i comfort della modernità? Lo scrittore newyorkese, ambientalista e progressista, Colin Beavan per rispondere a questa domanda punta il dito verso se stesso e si lancia in una impresa estrema: vivere un anno a impatto zero nel cuore di Manhattan! Niente più elettricità, niente macchina, niente tv, nessun nuovo acquisto, niente spazzatura solo riciclo, cibo e cure naturali, insomma un anno di vita “ecologicamente corretta” per contribuire alla salvezza del pianeta! Missione impossibile?! Soprattutto considerando che nell’avventura Colin coinvolge l’intera famiglia: moglie shopping-dipendente, figlia in età da pannolino, cane e le loro vecchie e comode abitudini da famiglia media americana.
DOVE SOGNANO LE FORMICHE VERDI
di Werner Herzog
FINO A CHE PUNTO LA TERRA E’ “NOSTRA”?
Diretto ancora Werner Herzog, che spesso e volentieri ha raccontato la natura dei territori incontaminati e di chi li vive facendola dialogare con quella occidentale, ecco un lungometraggio la cui storia è ispirata ad un fatto realmente accaduto. Siamo nel deserto australiano e i protagonisti sono gli aborigeni e un geologo che lavora per un’azienda mineraria che vuole accaparrarsi un’area sacra per il popolo che la abita. Ne seguirà una battaglia legale senza esclusione di colpi.
HOME
di Yann Arthus-Bertrand
Conosciamo davvero i danni che l’uomo provoca al pianeta?
Produzione di Luc Besson per questo documentario atipico. E’ realizzato per lo più attraverso immagini aeree, e infatti era stato pensato come un reportage di viaggio. Dalla genesi fino ai nostri giorni, questa pellicola affronta molti aspetti della crisi ambientale: dalla deforestazione amazzonica agli sprechi di energia nei più grandi centri urbani del mondo; dallo scioglimento dei ghiacciai alle desertificazioni che aumentano la migrazione dei popoli.
LA QUINTA STAGIONE
di Peter Brosens
E se la natura si ribellasse?
Ultimo capitolo della trilogia sul difficile e complesso rapporto fra Uomo e Natura diretta da P. Brosens e J. H. Woodworth. Nella campagna belga una piccola comunità vive a stretto contatto con la terra, seguendo la ciclicità del tempo stagionale. Ma una calamità si abbatte su di loro: spariscono le api («Quando le api scompaiono, tutto scompare»), i semi non germogliano, le mucche non producono latte e gli alberi iniziano a cadere. La Natura si ribella, la Terra si svuota e insieme a lei si sgretolano pezzi di umanità; inizia la caccia al colpevole, al capro espiatorio, allo straniero. Pochi dialoghi, inquadrature dalla forte componente evocativa, fotografica e pittorica per un film dal sapore pre-apocalittico.
2002: LA SECONDA ODISSEA
di Douglas Trumbull
Che futuro ci aspetta?
Nel futuro la Terra, reduce dalla catastrofe atomica, e tuttavia nuovamente incamminata sulla strada del progresso indiscriminato, ha del tutto sacrificato la vegetazione e ogni altro organismo (almeno macroscopico) per far posto all’urbanizzazione, tra cui le industrie del cibo (sintetico e asettico). Gli ultimi ambienti naturali sono stati trasferiti in orbita, a ridosso della gigantesca nave spaziale Valley Forge, gestita dal comandante Lowell Freeman, da tre collaboratori, veri e propri “giardinieri spaziali”, e da tre robot assistenti. Un giorno il comandante riceve dalla Terra l’ordine di distruggere tutto e tornare a casa, con somma gioia dei collaboratori, intristiti dalla monotona permanenza. Non d’accordo, Freeman uccide i tre, salva almeno una delle tre serre e messosi alla guida dell’astronave, con l’aiuto di tre robot, da Freeman rinominati Paperino, Paperina e Paperone, si dirige verso Saturno. Paperone viene irrimediabilmente danneggiato dalle particelle o dai sassi degli anelli di Saturno, mentre gli altri due robot entrano sottocoperta fortunatamente illesi.
I vegetali perdono colore e sembrano malati; il protagonista li studia ed esamina al microscopio sospettando una malattia infettiva, infine capisce che la causa del deperimento è l’allontanamento dal Sole. Allestisce pertanto lampade speciali e i vegetali riprendono vigore. A un certo momento gli arrivano via radio voci da un’astronave di soccorso che sta per raggiungerlo, e capisce di non poter proseguire il viaggio: per essere certo di non essere raggiunto (sarebbe stata la fine per sé e per gli organismi non umani), sgancia l’ultima serra affidandola alle cure di Paperino, con la speranza che essa venga raccolta da una qualche intelligenza più meritevole. Rimasto solo sull’astronave assieme a Paperina (non più adatto al lavoro a causa di un incidente), si fa esplodere nello spazio in prossimità dell’astronave di salvataggio, con una carica atomica miniaturizzata. Il robot superstite continuerà a prendersi cura della foresta, che nella sua bolla di vetro proseguirà la sua “corsa silenziosa” (silent running, appunto) per il cosmo.