Sabrina (1954-B. Wilder)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Questa commedia romantica nello stile di Billy Wilder, consacra nel firmamento internazionale la giovane stella di Vacanze Romane, l’intramontabile Audrey Hepburn
Il manifesto per la produzione italiana viene affidato a Ercole Brini, che nella sua brillante carriera internazionale, si ritroverà a raffigurare Audrey Hepburn per quasi ogni sua pellicola.
Il film racconta la fiaba dolce e romantica di Sabrina Fairchild (Audrey Hepburn), figlia dell’autista di una delle famiglie americane più ricche e importanti, da sempre innamorata del giovane rampollo David (William Holden); un amore non corrisposto tanto da convincere il padre della ragazza a mandarla a Parigi, nella speranza di cancellare le sue idee romantiche. Parigi trasforma la giovane in una splendida e sofisticata donna che al ritorno in patria, sconvolge le vite sia di David che di suo fratello maggiore, lo stoico Linus Larrabee (Humphrey Bogart).
Ercole Brini sceglie di immortalare unicamente la protagonista assoluta della pellicola, inserendo la figura intera che occupa così la totalità dello spazio. Il consueto tratto marcato dell’artista diviene dolce e delicato nella restituzione dei tratti del viso dell’attrice, mentre rimane deciso nel tratteggiare il resto dell’azione, compreso i due barboncini che sono tenuti con grazia al guinzaglio, composto da due delicati nastri. Brini nella sua rappresentazione, coglie una delle evoluzioni dello stile Audrey immortalandola nel sontuoso vestito da sera di Givenchy: questo vestito come il resto degli abiti impiegati, sono stati al centro di una diatriba annosa da parte della Maison e della costumista Edith Head, vincitrice per questa pellicola dell’Oscar per i miglior costumi. Lo stilista, non accreditato nei titoli di coda, risulta essere il creatore dello stile dell’attrice per questo film, mentre la famosa costumista non è mai stata d’accordo sulla piena attribuzione allo stesso della linea creativa. Fatto sta che da questa pellicola nasce il legame indissolubile Hepburn-Givenchy. L’immagine creata da Ercole Brini trasmette una profonda eleganza, non solo grazie alla figura raffinata e regale della Hepburn, ma nel suo complesso grazie alla scelta di dosare pochissimi ed essenziali colori per definire sia l’attrice, che si staglia eterea su un fondo color senape, sia i crediti inseriti con il medesimo colore e con un elegante carattere molto classico; accanto ai nomi dei protagonisti è inserito l’Oscar, vinto in carriera da ognuno, tratteggiato dall’artista con pochissimi linee. Brini ha la grandissima capacità di rendere un’immagine estremamente efficace con pochissimi tratti; qui inoltre lavora per sottrazione anche sull’abito, togliendo i sontuosi ricami del vestito di scena, in modo da creare una sorta di nuvola eterea che accompagna dolcemente la linea dell’attrice. Ogni elemento del manifesto viene inserito per esaltare la figura, dai fregi sui cui appoggia dolcemente la mano guantata, ai due barboncini, uno bianco e nero che creano un contrasto che dialoga con il bianco dell’abito. Infine il viso naturalmente elegante nelle sue linee delicate, viene esaltato dall’artista grazie alla scelta di rappresentarlo leggermente ruotato rispetto al corpo, mettendo così in primo piano le spalle e la vita sottilissima dell’attrice.
Ercole Brini (Roma 1913 – 1989) Pittore e cartellonista molto attivo nella Roma del dopoguerra, artista dotato di un segno personale estremamente personale, dal forte contrasto cromatico e dalla pennellata decisa. Tra i suoi manifesti “Via col vento”, “Ladri di Biciclette”, “La lunga attesa” e i manifesti dedicati ai film di Audrey Hepburn, diventati delle vere e proprie icone, uno su tutti “Colazione da Tiffany”.
Chiara Merlo