Riso amaro
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>
Silvana Mangano
Riso Amaro, film di Giuseppe De Santis del 1948, gode di un lancio promozionale non indifferente. Diversi cartellonisti vengono convocati per realizzare le illustrazioni pubblicitarie tra cui Renato Guttuso per la copertina della brouchure. Tutti sono obbligati a lavorare su delle foto di scena e a mettere in risalto la fisicità prorompente di Silvana Mangano e i volti degli altri protagonisti del film, in particolare Vittorio Gassman e Raf Vallone. Il film, nonostante sia un’opera appartenente alla produzione neorealista, ha tratti spettacolari, divistici e del cinema di genere. Questa la trama:
Francesca, giovane cameriera d’albergo, istigata dal suo amante, Walter, ruba la collana di una cliente. Fuggono entrambi, e Francesca si mescola alle mondine, che partono in treno. Nel dormitorio delle mondariso, Francesca viene derubata della collana da una compagna, Silvana. Sul luogo del lavoro giunge Walter, il quale avendo appreso che Silvana è presumibilmente in possesso della collana, la circuisce. Silvana non è insensibile alle premure del lestofante e, abbandonato un sergente che l’ama, diviene l’amante di Walter, mentre il sergente fa la corte a Francesca, che si è pentita ormai del male fatto. Walter, avendo scoperto che la collana rubata è falsa, decide, per rifarsi, di rubare il riso accumulato nei magazzini come premio finale per le mondariso…
L’ immagine ad opera di Rodolfo Valcarenghi rappresenta solo i personaggi della vicenda ( Silvana, Walter,Marco e Francesca) senza creare tra loro nessun legame ed escludendo quindi qualsiasi suggerimento rispetto al racconto del film, se non al rapporto uomo-donna. Silvana Mangano in primo piano e occupa la maggior parte dell’illustrazione. Il suo sguardo, diretto all’osservatore, è fiero e le curve del suo corpo sono molto accentuate. Gli altri personaggi maschili sono in secondo piano ma manca quella tensione tipica dei melodrammi e dei menage a trois. La maliziosità del personaggio femminile è sottolineata dalla spallina cadente e dal rosso del suo abito: è un oggetto di desiderio consapevole della sua forza erotica, invita infatti ad essere guardata.I colori sono accessi, vivi. I toni rosso e arancio scaldano l’immagine e restituiscono il calore dell’ambiente estivo in cui si svolge la vicenda ma soprattutto delle passioni che animano i personaggi.
L’illustrazione ad opera dello Studio Favalli lascia più spazio ai protagonisti maschili, sebbene dipinti in monocromo. L’occhio dell’osservatore cade così sulla mondina al centro dell’immagine, meno maliziosa dell’illustrazione di Valcarenghi, nonostante la messa in risalto delle sue curve. E’ proprio con questo film si inaugura in Italia una stagione di attrici procaci, definite dalle cronache dell’epoca “maggiorate”. L’idea che la donna sia l’oggetto di contesa dei due uomini è abbastanza evidente anche perchè questo tipo di illustrazione è frequente nella pubblicità cinematografica del cinema italiano, ricco di storia melodrammatiche. L’immagine dei tre attori occupa gran parte della superficie del foglio, fatta eccezione per una banda posta in basso, sotto al titolo e ai nomi degli attori, che rappresenta il paesaggio delle risaie. Il paesaggio, le mondine piegate a raccogliere il riso e il riso stesso nelle mani della Mangano danno senso al titolo del film e al valore anche documentaristico e realista del film. Ricordiamo infatti che Riso amaro rientra tra i titoli della produzione neorealista del secondo dopoguerra per la sua capacità di descrivere dettagliatamente e in forma talvolta cronachistica la situazione delle mondine e dei loro problemi. Il manifesto è divisibile in tre sezioni verticali che corrispondono rispettivamente alle figure di Vittorio Gassmann, Silvana Mangano e Raf Vallone. Come già detto i colori che caratterizzano la figura della donna, in tutti i manifesti considerati, sono caldi, forti, e partecipano insieme alla proporzione nel darle rilievo all’interno della composizione. La sua espressione è in tutte le illustrazioni seria e composta, tradendo il reale carattere del personaggio, molto più giocoso e vivace. Questa espressione la si vede nei momenti di rivalità con l’altro personaggio femminile, Francesca, presente nei manifesti di Dante Manno e Averardo Ciriello.

Averardo Ciriello
In una delle illustrazioni di Ciriello è messa in evidenza una componente importante del film, ovvero la fatica delle mondine e lo sfruttamento a cui sono sottoposte. Nel film è molto forte l’accento sulla fatica, sugli sforzi fisici cui sono sottoposte le donne nel lavoro nelle risaie. L’illustrazione è tra le più ricche di informazioni sul film: la rivalità femminile (una vera e propria lotta tra donne) e quella maschile, il paesaggio, i quattro personaggi dai volti tesi a segnare una dinamica relazionale complessa e ricca di sfaccettature. Il personaggio di Vittorio Gassmann è dipinto in una tonalità rosso scuro.

Averardo Ciriello
All’opposto, un’aura di luce sembra circondare il personaggio di Raf Vallone, sebbene posto in una posizione più marginale rispetto a Walter. Questo indubbiamente indica il contrasto tra luce e buio, bene e male presente nei due uomini. Questa idea è presente anche nell’altro manifesto di Ciriello in cui Gassman questa volta è dipinto su a toni gialli e verdi, gli occhi illuminati e il resto del volto in ombra, mentre le linee di contorno sono ben marcate, con ombreggiature forti e tratteggiate.

Averardo Ciriello
In un’altra illustrazione di Ciriello è rappresentata la scena cruciale del film. Tre figure occupano l’immagine e solo un piccolo riquadro lascia intendere il paesaggio con le mondine anche se la pennellata è solo accennata. In primo piano una donna sdraiata che allontana lo sguardo e il volto da un uomo dallo sguardo passionale che sembra voglia baciarla. Sullo sfondo una donna con una pistola. L’occhio non è attirato da un punto focale preciso come invece accade negli altri tre manifesti ma si perde nella narrazione che lega i tre personaggi. Qui la tragicità dell’immagine è molto meno velata: gli sguardi sono tristi e la presenza dell’arma non lascia dubbi. Non manca neppure l’erotismo, elemento principale della promozione pubblicitaria di questo film, nella spallina che cade dalle spalle della donna con la pistola che lascia intravedere parte del seno.

Dante Manno
Nel manifesto realizzato da Dante Manno la donna è di nuovo in posizione centrale: la collocazione e soprattutto la presenza dei colori forti la pongono come assoluta protagonista del manifesto; la voluta e forse “forzata” prosperosità delle sue forme contribuisce ad attirare il pubblico maschile nelle sale. I colori che la rappresentano sono colori caldi, con una prevalenza dei toni del rosso: un chiaro richiamo al sex appeal di Silvana e alla passionalità, all’istintualità del suo personaggio. Gli abiti che indossa valorizzano e accentuano le sue forme, le gambe nude sono elemento quasi di scandalo, di provocazione all’epoca. L’espressione seria e tagliente è forse indicativa del finale tragico della vicenda, che porta la solare Silvana a fare i conti con i traumi e i drammi della criminalità, e soprattutto con la sua coscienza. All’apparenza forte, tenace ma solare e dall’animo buono, Silvana nasconde invece una malsana attrazione per ciò che lei idealizza come lontano dalla miseria in cui vive; per ottenerlo è disposta a farsi corrompere e a fare cose che la sua coscienza, infine, non è in grado di sopportare.
A circondare Silvana, a “soffocarla” quasi nell’immagine, abbiamo le due figure degli uomini e quella di Francesca. Le dimensioni sono diverse, la figura non sono a corpo intero, e soprattutto l’uso del bianco e nero fanno pensare che siano quasi delle proiezioni nei pensieri della donna, quasi come il diavolo e l’angelo sulle proprie spalle, a consigliarla. Il fatto, inoltre, che volga le spalle a Marco(raffigurato anche più distante) e sia invece rivolta verso Walter è sicuramente indicativo dell’andamento della trama. Entrambi i volti degli uomini appaiono corrucciati, con linee nette, ben marcate ma al tempo stesso quasi spezzate, e ombreggiature forti.
Per quanto riguarda il personaggio di Gassmann l’espressione raffigurata sembra non corrispondere alla personalità di Walter: arrogante, smaliziato e interessato solo a se stesso e ai suoi possibili guadagni illeciti, appare qui pensieroso, quasi contrito; forse per la propria fine. Raf Vallone, al contrario, è rappresentato come il suo personaggio vorrebbe: serio, austero, dall’espressione preoccupata per la propria donna, come se fosse perfettamente consapevole del suo destino.

Renato Guttuso, copertina per brouchure promozionale del film
RISO AMARO
ANNO: 1948
REGIA: Giuseppe De Santis
INTERPRETI: Silvana Mangano, Doris Dowling, Vittorio Gassman, Carlo Mazzarella, Maria Capuzzo, Lia Corelli, Mariano Englen, Maria Grazia Francia, Mariemma Bardi, Antonio Nediani, Nico Pepe, Ermanno Randi, Checco Rissone, Dedi Ristori, Attilio Dottesio, Manlio Mannozzi, Adriana Sivieri, Raf Vallone, Anna Maestri, Isabella Zennaro
SCENEGGIATURA: Corrado Alvaro, Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli, Gianni Puccini
FOTOGRAFIA: Otello Martelli, Luciano Trasatti, Roberto Gerardi
MONTAGGIO: Gabriele Varriale
MUSICHE: Goffredo Petrassi
PRODUZIONE: DINO DE LAURENTIIS PER LUX FILM
DISTRIBUZIONE: LUX FILM
DURATA: 108 Min