Renato Casaro
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>“Il cinema è il mio hobby, il mio hobby è il mio lavoro, il mio lavoro è la mia vita, e la mia vita è un film”.
Così Renato Casaro commenta la propria professione, quarant’anni dedicati al mondo del cinema nel ruolo di cartellonista. Casaro è uno dei più importanti rappresentanti di una scuola che ha contribuito in maniera determinante al successo di moltissime pellicole cinematografiche.
Renato Casaro: il più giovane cine-pittore italiano
Renato Casaro nasce a Treviso nel 1935. Tra il 1951 e il 1952 inizia un apprendistato grafico a Venezia e ottiene le prime commissioni di preparazione delle locandine per il cinema nella sua città in cambio di biglietti gratis. Inizia precocemente la carriera di artista, a 17 anni. A 19 anni si trasferisce a Roma dove per un anno lavora come volontario presso lo Studio Favalli che a quel tempo era l’agenzia di manifesti cinematografici più famosa in Italia e si impone come uno dei più valenti “pittori” del cinema.
All’età di 21 anni apre il suo studio a Roma diventando il più giovane cine-pittore in Italia. La sua prima commissione fu un manifesto per un film tedesco. Grazie ad un mirabile iperrealismo, che guarda e trae fonte di ispirazione anche dalla pittura classica, l’artista è diventato, soprattutto poi negli anni Ottanta e Novanta, il punto di riferimento dei produttori internazionali.
Nel 1965 ottenne il primo successo internazionale con i keyart (prototipi della locandina) utilizzati in tutto il mondo per il film La Bibbia di Dino De Laurentiis e venne affissa per la prima volta una sua locandina ad Hollywood sulla Sunset Boulevard. Casaro per i propri manifesti attinge alla tradizione pittorica rinascimentale e seicentesca. Egli con pochi tratti riesce a rappresentare il senso del film, la sua anima e trasmettere ciò che la pellicola veicola. Per questo è molto richiesto da registi ed attori di tutto il mondo.
Negli anni successivi lavora con i grandi nomi del cinema: Sergio Leone, Lelouch, Francis Ford Coppola, Petersen, Bernardo Bertolucci, Besson e presso gli Studios a Los Angeles. Ha lavorato per diverse case di distribuzione sia italiane che straniere come la Twentieth Century Fox e la Columbia Pictures.
Premi e riconoscimenti
Dal 1979 in avanti ottenne numerosi riconoscimenti: nel 1984 vince un premio per il miglior manifesto cinematografico italiano per Rambo (Ted Kotcheff, 1982), mentre il suo manifesto per L’ultimo imperatore (Bernardo Bertolucci, 1987) vince il Key Art Award come miglior manifesto cinematografico negli Stati Uniti. Nel 1991 ottenne un altro riconoscimento per il film Nikita (Luc Besson, 1990). Nel 1985 fu invitato a tenere una lezione all’Istituto Europeo di Design di Roma.
Nel 1988 divenne cittadino onorario della sua città natale Treviso. Nello stesso anno fu anche nominato membro onorario dell’Associazione Pubblicitari di Venezia. Nel 1989 ricevette la medaglia d’oro a Roma per “Una vita per la pellicola”. Dopo essersi ritirato dal mondo del cinema, tra gli anni Ottanta e Novanta si trasferisce in Germania, a Monaco di Baviera.
Per maggiori informazioni consulta il sito ufficiale dell’autore a questo link.
Sfoglia il catalogo di alcuni tra manifesti e locandine conservate presso il Museo Fermo Immagine: