Provaci ancora, Sam (Play It Again, Sam, 1972-H. Ross)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>La pellicola, tratta dall’omonima opera teatrale di Woody Allen, racconta di Allan Felix (interpretato dallo stesso Allen) un critico cinematografico di San Francisco reduce dal divorzio dalla moglie Nancy. Gli amici Linda (Diane Keaton) e Dick Christie (Tony Roberts) convincono il protagonista, che nella versione italiana non si chiama Allan ma Sam, a rimettersi in gioco dal punto di vista sentimentale e a iniziare a frequentare altre donne. Allan/ Sam inizia così una carrellata d’incontri, supportato da una sorta di “spirito guida” che prende le sembianze di Humphrey Bogart (nella pellicola interpretato da Jerry Lacy) suo idolo cinematografico indiscusso, che lo supporta con consigli comportamentali. Ma la ricerca di una nuova compagna non va affatto come previsto e Allan/ Sam si ritrova attratto e corrisposto dall’amica Linda; ma questo non è un amore destinato al lieto fine, proprio come quello tra Bogart e la Bergman in Casablanca.
Il manifesto per la diffusione italiana è realizzato da , che sceglie di inserire il protagonista in primo piano, restituendo quella che diverrà la più classica e riconoscibile espressione del personaggio cinematografico transfert di Allen. La figura viene realizzata con la consueta dovizia di particolari a cui Cesselon ha abituato lo spettatore, rafforzando l’espressività del viso dell’attore tramite il gesto delle braccia alzate, in una sorta di sconforto generalizzato. Alle spalle del protagonista, l’artista inserisce tre figure femminili che costituiscono una sorta di carrellata ideale delle donne incontrate da Allan, figure che con sorrisi intriganti e pose sexy dovrebbero conturbare il protagonista, che per tutta risposta alza le mani al cielo. Sopra a tutti come se fosse un vero e proprio santo protettore, l’immagine di Bogart (nelle somiglianti fattezze di Lacy), “veglia” sulla composizione sottostante; Cesselon crea un netto contrasto con il cromatismo utilizzato nel resto del manifesto, inserendo l’immagine di Bogart in un riquadro che contiene tutti i cliché del genere noir: cappello e impermeabile d’ordinanza, l’immancabile pioggia, un’espressione serafica e un blu notte diffuso. Il richiamo al genere noir e in particolare al film Casablanca, a cui l’intera pellicola si riferisce e rimanda in moltissimi punti, compresa la scena finale dove prende vita l’allontanamento tra Linda e Allan, è reso ancora più immediato per lo spettatore italiano grazie alla scelta di modificare il titolo originale della commedia “Play it again Sam”, ovvero quel “Suonala ancora, Sam” parafrasato dalla celebre battuta contenuta in Casalbanca “Play it once, Sam”, in “Provaci ancora, Sam” avvallando così anche la scelta di cambiare il nome di battesimo del protagonista, che nella versione originale non si chiama Sam ma Allan, perdendo così di fatto l’ulteriore gioco di parole tra il nome del protagonista e il cognome del suo creatore Allan/Allen.
Chiara Merlo