Oltre il mito. 300 oggetti per raccontare Marylin Monroe
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>La stella più bionda di Hollywood, indimenticata star de Il principe e la ballerina e A qualcuno piace caldo, debutta a Roma con Imperdibile Marilyn. Donna, mito, manager, mostra a Palazzo degli Esami fino al 30 luglio, a cura di Fabio Di Gioia, Ceo di Da Vinci Grandi Eventi, e del collezionista Ted Stampfer, pensata per raccontare il lato più intimo di Norma Jeane Monterson attraverso gli oggetti a lei più cari.
”Marilyn era un cocktail di personalità – racconta Di Gioia – E’ stata un’esplosione per gli anni ’50, per l’industria cinematografica, molto più determinata di quel che si pensa a giudicare dagli appunti su copioni e contratti, capace di trasgredire senza mai far male o offendere qualcuno. Le ragazze di oggi le devono molto”.
”L’intento è far conoscere la donna oltre il personaggio”, prosegue Stampfer, appassionato della Monroe sin dall’età di 10 anni e tra gli acquirenti della celebre asta di Christie’s dove la vedova di Lee Strasberg (erede designato nel testamento di Marilyn) vendette tutti i suoi oggetti, rimasti per oltre 30 anni negli scatoloni.
A svelare la Marilyn più intima sono dunque più di 300 oggetti personali (500 con le foto), in arrivo da collezioni di tutto il mondo e raccolti in 14 sezioni cronologiche, che tra abiti iconici come il vestito plissè di Quando la moglie è in vacanza, il tubino rubino di Diamonds are a girl’s best friends o la vestaglia in satin per le foto de Gli uomini preferiscono le bionde, svelano la sua toilette, con i bigodini, le creme per il viso, lo Chanel n.5, le calze velatissime di Dior. C’è la metamorfosi, da timida ragazza di provincia a pin up, i matrimoni, con gli appunti d’amore di Arthur Miller e la tessera stagionale di Joe di Maggio. Una sfilata di grandi marchi, da Tiffany a Pucci, Cartier, Lazlo e Dom Pérignon e ovviamente tantissimo cinema, con le pellicole dei film, locandine, foto e i due ”inediti” della mostra legati al debutto da produttrice: la scarpa in satin indossata nel ’55 per il lancio della sua nuova società di produzione e la carta intestata che avrebbe usato. In esclusiva c’è anche la targa del David di Donatello vinto nel ’59 per Il principe e la ballerina, oggi riacquistata da Bulgari.