È nata una stella (A Star is Born- 1954, G. Cukor)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Seconda versione della pellicola uscita nel 1937 con protagonista Janet Gaynor, a sua volta ispirata dal film”A che prezzo Hollywood? (What price Hollywood?)” del 1932 dello stesso regista Cukor. Il film consacra definitivamente Judy Garland nell’olimpo hollywoodiano, dopo l’immenso successo ottenuto con il Mago di Oz (1939).
Vera e propria parabola del mondo dello spettacolo e della vita stessa, la pellicola racconta di una giovane cantante di jazz club che incontra il ben più famoso attore Norman Maine (James Mason), che colpito dalle doti della giovane e dal suo aiuto in una spiacevole situazione, inizia a starle accanto per favorire la sua carriera; l’amore sboccia tra i due ma l’ascesa della giovane donna nello star system coincide con il declino sempre più drammatico dell’attore, che cede all’alcol sino all’epilogo drammatico, raccontando così la dura legge hollywoodiana dove nella grande fabbrica dei sogni, un divo viene sempre sostituito da un altro.
In questa versione del manifesto realizzata da Luigi Martinati per l’uscita italiana del film, viene confermata l’importanza divistica della giovane attrice, ribadendo il suo ruolo centrale nella pellicola; infatti la figura dell’attrice è inserita al centro dello spazio, seduta a gambe incrociate all’interno di un stella luminosa, simbolo del successo e richiamo diretto al titolo della pellicola. Un’immagine gioiosa e solare, che contrasta con la seconda raffigurazione dell’attrice, che fa da sfondo alla prima, in cui donna è abbracciata ad un uomo, di cui non vediamo il volto ma solo le sue spalle. Il viso della donna è triste, gli occhi rivolti al cielo sono quasi imploranti e anche il sorriso, appena accennato, non dona alcuna nota gioiosa all’espressione della Garland. Le due immagini sono le due facce della stessa medaglia, ovvero due componenti essenziali della vita della protagonista della pellicola, in bilico tra la felicità di una carriera in ascesa e il tormento di un amore difficile quanto profondo. Martinati sceglie una colorazione scura, interamente giocata su di una gamma cromatica grigia, per ribadire la difficolta che c’è dietro quell’abbraccio e quell’amore, dove l’unica nota di colore è relegata sulle labbra della donna, un rosso vivo simbolo di passione e sensualità. L’artista utilizza il suo stile elegante e raffinato, dal tratto pulito e deciso per un ritratto che rende Judy Garland ancora più bella e sofisticata, una vera diva anni ’50 dalla pelle liscia e dai tratti puliti, come se fosse il viso di una bambola di porcellana. Il manifesto è completato dai crediti del film, riportati nella parte sinistra, mentre il titolo ondeggia nella parte inferiore.
Questa è la prima pellicola in cui Cukor si misura con il genere musicale ed è anche una delle prime realizzate con il nuovo sistema in Cinemascope. La fortuna della pellicola è proseguita negli anni, diventando un vero e proprio veicolo per la consacrazione di attrici particolarmente dotate e polivalenti, come appunto la Garland e Barbra Streisand, protagonista della versione del 1976 (È nata una stella di Frank Pierson). Nel 2018 uscirà un’ulteriore versione, interpretata da Bradley Cooper e Lady Gaga.
Chiara Merlo