Nata ieri (Born Yesterday, 1950-G. Cukor)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Emma “Billie” Dawn (interpretata da Judy Holliday, che per il ruolo vinse un Oscar e un Golden Globe) è una ragazza estremamente affascinante, fidanzata Harry Brock (Broderick Crawford), un ricco uomo d’affari, alquanto losco, che cerca di incentivare il proprio giro a Washington. Billie, oltre ad essere avvenente e simpatica, è anche incolta e spesso inopportuna, tanto da essere considerata dal fidanzato e dall’avvocato di lui, come un ostacolo ai successi finanziari. Harry scegli quindi di affidare la fidanzata ad un amico Paul Verrall (William Holden) un colto giornalista che ha il compito di erudire e raffinare la giovane. Grazie all’istruzione ricevuta e all’amore corrisposto del giornalista, Billie scopre la sua autoaffermazione.
Anselmo Ballester crea l’impianto del manifesto, evidenziando il rapporto tra i tre protagonisti, grazie a una costruzione dell’immagine particolarmente riuscita, che evidenzia il lato satirico della pellicola, che prende di mira il costume americano in pieno maccartismo. Al centro, bellissima e procace in un succinto abito che evidenzia le sue forme, Judy Holliday sorride, ingenua e maliziosa al tempo stesso, accanto ad una mano una pila libri mentre nell’altra trattiene un paio di occhiali. Lo stesso paio d’occhiali è utilizzato dall’artista per presentare i due protagonisti maschili, un sorridente William Holden e l’accigliato Broderick Crawford. L’espediente utilizzato da Ballester, evidenzia così come l’istruzione ricevuta dalla giovane, le abbia consentito di indossare un “paio d’occhiali”, da sempre simbolo archetipo dell’erudizione, per poter vedere chiaramente la propria situazione, riuscendo così ad affrancarsi dal fidanzato, trovare un posto nel mondo e anche l’amore. La scelta di uno sfondo rosso carico, evidenzia ancora di più le figure e aumenta il contrasto tra la tecnica utilizzata per realizzare la donna, resa grazie ad un tratto pulito e ad una colorazione omogenea che evidenzia la solarità e la freschezza della donna, in contrapposizione al bianco e nero che dissimula lo schizzo, utilizzato per i due primi piani maschili, che attraverso le lenti, si presentano allo spettatore. Curioso infine l’uso del lettering per il titolo, un corsivo di colore verde, d’ispirazione quasi fanciullesca.
La pellicola ispirata a a una commedia teatrale, ha avuto nel 1993 un remake con Melanie Griffith (Billie), Don Johnson (Paul Verral) e John Goodman (Harry).
Anselmo Ballester (Roma, 15 luglio 1897 – Roma, 22 settembre 1974) è stato un pittore e cartellonista cinematografico italiano. Figlio di un pittore di origini spagnole, dopo aver frequentato l’accademia di Belle Arti di Roma, inizia a lavorare nella pubblicità cinematografica per le più importanti case di produzione del cinema muto prima e poi per le Major del cinema sonorizzato, affinando uno stile inconfondibilmente elegante e raffinato. I suoi lavori sono stati realizzati per le più grandi case di produzioni, tra le quali MGM, Warner Bros., Columbia, RKO, Titanus, Minerva, Fox, Paramount.
Chiara Merlo