L’oro di Napoli (V. De Sica 1954)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Silvana Mangano, Sophia Loren e Erno Crisa sono i protagonisti rappresentati nel parte centrale del manifesto: i tre bellissimi attori sono racchiusi in un riquadro che delinea lo spazio, al di sotto del quale sulla destra si trova raffigurato Totò, in versione “Pazzariello”.
La figura di Totò risulta essere in primo piano nonostante la dimensione ridotta rispetto al riquadro, la Mangano è posta al centro dello stesso, con lo sguardo sconsolato e perso a guardare in lontananza. Alle sue spalle posti sul medesimo piano si trovano la Loren, sorridente con il viso inclinato verso destra mentre dalla parte opposta Erno Crisa, altero ed elegante grazie anche all’utilizzo del bianco/nero, accenna un sorriso.
La rappresentazione degli attori risulta essere diversa ed è chiaro che ognuno è stato estrapolato da un contesto differente, anticipando così che la struttura della pellicola è suddivisa in 5 episodi, che raccontano la città di Napoli attraverso la vita dei suoi abitanti. Nel manifesto non sono raffigurati Eduardo De Filippo e lo stesso De Sica, anche loro protagonisti di spicco di due episodi del film.
La parte testuale è posta in basso e sia per i crediti che per il titolo, sono stati utilizzati diversi colori che concorrono a rendere l’idea della della giocosità, del lato festoso e scoppiettante non solo della pellicola, ma della stessa Napoli.
Il film presentato al Festival di Cannes, è stato tratto dagli omonimi racconti Giuseppe Marotta e adattato per il cinema da Cesare Zavattini ed anch’esso stato scelto per essere inserito nella lista dei 100 film italiani da salvare.
La pellicola è la conferma della maestria alla regia di Vittorio De Sica, che ha saputo rendere questi tipi umani, colti nel loro ambiente, con genuina e sincera nitidezza riuscendo a trasmettere la tragica comicità popolare, traendo al tempo stesso il massimo dagli attori in scena. Così Silvana Mangano ha potuto vincere un Nastro d’argento, la giovanissima Loren essere considerata la rivelazione della pellicola mentre Totò regala al pubblico un’intensa e matura interpretazione.
Chiara Merlo.