Monsieur Hulot nel caos del traffico (J.Tati – 1971)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>
Una procace donna, abbigliata con abiti succinti e portando in braccio un cagnolino, attraversa la strada grazie all’aiuto di un allampanato signore, vestito con un soprabito ed un paio di pantaloni alla caviglia. A prima vista potrebbe sembrare un tipo strano qualsiasi, ma il cappello, la pipa in bocca e l’ombrello appeso ad un braccio possono, chiaramente e sembra ombra di dubbio, identificare solo lui: Monsieur Hulot!
Monsieur Hulot nel caos del traffico (Trafic), uscito in sala nel 1971, è l’ultimo film di Jacques Tati nei panni dello stralunato personaggio che l’ha reso famoso e consegnato all’olimpo dei grandi comici, al fianco di Buster Keaton e Charlie Chaplin.
La garbata comicità senza tempo di Tati, viene cattura nell’illustrazione proposta per il manifesto italiano da Averardo Ciriello, che realizza una scena che ha il compito di fissare la comicità, prevalentemente e tipicamente visiva, del personaggio di Tati. La donna nei suoi ridottissimi abiti, i suoi lunghi stivali e con un ricco soprabito, incarna quella sensualità che Ciriello ha sempre donato alle “sue” donne, sia nelle illustrazioni create per il cinema, sia nelle illustrazioni destinate alle riviste ed ai fumetti erotici. L’altezzosità della figura femminile, che concede un distratto sguardo accompagnato da un sorriso appena accennato al traffico bloccato, fa da contrasto alla figura di Hulot, rappresentato di spalle, dritto in mezzo al traffico con i sui pantaloni troppo corti, mentre con una paletta trovata chissà dove, blocca le macchine con molto impegno, perdendosi di fatto la bellezza che passa alle sue spalle. Al compìto e serioso Monsieur Hulot, che svolge zelante il suo improvvisato incarico, fa da antitesi l’espressione stupita e vogliosa dell’autista dell’auto rossa. L’immagine creata da Ciriello occupa tutto lo spazio del manifesto; il nome del regista è inserito in alto a sinistra, scritto in maiuscolo ceruleo, mentre il titolo della pellicola, scritto in maiuscolo rosso, occupa gran parte della porzione più bassa dello spazio. Il punto focale per lo spettatore, sono le due figure, che sono anche l’unico elemento che dona verticalità e all’immagine. I colori utilizzati da Ciriello sono caldi, abbracciano la gamma del verde e del giallo, sino a spingersi al rosso fiammante per l’auto al centro. Le tonalità sono ricchie di sfumature e grazie al dosato gioco di chiaroscuro ed al contrasto con il bianco diffuso dello sfondo ed al grigio dell’asfalto, l’immagine risulta così corposa e ricca di volumi.
Chiara Merlo