Il medico della mutua (1968-L. Zampa)
Enrico De Seta interpreta questo classico della commedia all’italiana, presentandoci il manifesto promozionale con il protagonista della pellicola come principale punto d’attrazione per lo spettatore: un pimpante dottor Guido Tersilli è reso a figura intera, con il camice d’ordinanza, mentre è intento a salire una scala. La figura è resa grazie ad un ritratto fotografico particolarmente accurato, dove il viso estremamente espressivo e riconoscibile di Sordi viene modulato grazie a un tratto preciso e ad un colore pieno e vivace, rendendolo così quasi tridimensionale ed estremamente veritiero. L’espressione che l’artista sceglie di ritrarre sul viso del protagonista è seriosa, con il viso di tre quarti e la fronte leggermente accigliata, il una posa alquanto compita per gli standard mimici di Sordi. La figura quindi appare seriosa e scattante al tempo stesso, mentre sullo sfondo dove si riflette l’ombra del personaggio, compare un grafico che rappresenta l’andamento dei mutuati che il dottor Tersilli riesce ad accaparrarsi. Al fruitore del manifesto appare evidente la corrispondenza tra il grafico dei mutuati in ascesa e la figura di Sordi che sale una scala alla cui base, proprio nei gradini, sono inseriti i ritratti delle tre figure femminili Evelyn Stewart (Anna Maria), Bice Valori (Amelia Bui) e Sara Franchetti (Teresa). Questa corrispondenza condensa di fatto il racconto filmico, in cui Luigi Zampa stigmatizza il sistema sanitario dell’epoca, strutturato sul sistema delle mutue e sorretto finanziariamente dallo Stato, ma come spesso accade sorretto anche da meccanismi corrotti, in cui la raccomandazione e il clientelismo la fanno da padrone. Zampa attraverso i toni della commedia stigmatizza un sistema corrotto in cui un giovane neolaureato in medicina che aspira ad aprire uno studio medico a Roma, trova una via preferenziale nella mutua, in cui più mutuati si hanno più si guadagna, alimentando così l’arrivismo del giovane Tersilli.
Completano il manifesto la parte dei crediti nella parte bassa del manifesto e il titolo della pellicola, che occupa una porzione abbastanza grande in basso a sinistra, ben messo in evidenza dal colore rosso su sfondo nero.
Chiara Merlo