Manifesti cinematografici e parodie
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>La prova che il manifesto cinematografico continui ad essere il biglietto da visita del film, inteso come qualcosa che viene usato per presentare il film e legarlo alla memoria dello spettatore, è dimostrata dai manifesti di molti film parodici che sono apertamente ispirati a quelli originari.
La parodia lavora sulla trasformazione in chiave comica di alcuni aspetti peculiari di un film, dalla storia ai personaggi, dagli ambienti i codici visivi. Questa imitazione burlesca non deve stravolgere completamente l’opera di riferimento ma anzi deve proprio lavorare su alcuni aspetti essenziali del testo di partenza su cui possono essere operate diverse trasformazioni, del contesto, del personaggio, dell’azione e del racconto e così via, in una forma che generalmente è caricaturale, ovvero lavora sull’esasperazione di alcune sue caratteristiche.
E’ interessante notare come in molti casi la parodia lavori anche sul manifesto cinematografico che spesso è una rilettura in chiave comica del manifesto del film originario. Ecco alcuni esempi:
La promozione cinematografica sfrutta la persistenza del manifesto nella memoria dello spettatore. Le illustrazioni pubblicitarie di alcuni celebri manifesti sono state riutilizzate dalla Disney, dopo aver operato debite modificazioni parodiche, per il lancio del film Zootropolis.
Ai manifesti di alcuni celebri film sono stati sostituiti i personaggi protagonisti con gli animali di Zootropolis e il titolo è stato modificato per rendere ragione di questa modifica. Il risultato è geniale ed efficace:
Alla luce di queste considerazioni possiamo concludere affermando che il manifesto cinematografico continua ad essere un ottimo veicolo di promozione del film dentro al quale trova spazio la memoria del manifesto stesso a riprova del fatto che il ricordo del film risiede (anche e soprattutto) nella sua immagine promozionale.