I magnifici tre (1961-G. Simonelli)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Il manifesto realizzato da Giuliano Nistri ci racconta chiaramente che lo spettatore si troverà di fronte ad parodia del più classico western americano. Difatti sia il titolo che le situazioni sceneggiate nel film, risultano essere una parodia de I magnifici sette (The magnificent Seven – 1960), ma qui i tre protagonisti non sono dei temerari ma incarnano parodisticamente dei pistoleri, anche se in realtà sono tre sprovveduti poveracci che si ritrovano, loro malgrado, nella parte di eroi. Giuliano Nistri sceglie di posizionare l’immagine nella parte centrale del manifesto, suddividendola a sua volta in due riquadri di dimensioni differenti: in quello superiore sono raffigurati Walter Chiari e Ugo Tognazzi su uno sfondo di colore azzurro, mentre nella parte sottostante si trova la raffigurazione di Raimondo Vianello su uno sfondo grigio chiaro che appare come un muro esterno crivellato di colpi, con i nomi dei tre attori posizionati sopra la testa dello stesso nella parte destra. Nonostante siano suddivisi in due porzioni differenti, gli attori appaiono tutti in primo piano. Tutti e tre i personaggi sono vestiti alla messicana e portano in testa un tipico sombrero, ma indossato in modo buffo. Chiari e Tognazzi indossano due caricatori di proiettili incrociati sul petto ed impugnano delle pistole fumanti, proprio come dei veri pistoleri…ma Walter Chiari è raffigurato con la bocca aperta mentre probabilmente sta urlando, Tognazzi impugna due pistole con aria beota e gli occhi incrociati e il sombrero di entrambi è bucherellato da colpi di pistola. Raimondo Vianello dal canto suo è appoggiato ad un muro crivellato di colpi, mentre solleva con la mano destra la tesa del sombrero e volge gli occhi in alto, con aria perplessa. Il manifesto realizzato da Nistri rende fedelmente il contenuto della pellicola, il lato comico e parodistico viene trasmesso soprattutto dalle espressioni caricate dei tre protagonisti, come ad esempio quella di Tognazzi dove la mimica da beota con gli occhi strabuzzati e l’aria idiota che ha nel film, viene restituita nel manifesto, in modo tale che lo spettatore si renda chiaramente conto del genere di film proposto. La parte testuale è composta dal titolo scritto con un carattere maiuscolo rosso, impreziosito all’interno da motivi che richiamano dei ricami per la stoffa. I nomi degli attori principali sono collocati nell’immagine, i nomi sono scritti in nero con un maiuscolo sottile e di piccole dimensioni, mentre i cognomi sono scritti con un rosa acceso e un maiuscolo di dimensioni maggiori. Inoltre i cognomi dei due attori di richiamo per l’epoca, Chiari e Tognazzi, sono scritti con un incrocio che si unisce nella lettera a comune ad entrambi (una sorta di “marchio” che compare in diversi film del periodo interpretati dalla coppia di comici), mentre Vianello è scritto sotto questo incrocio con una scritta orizzontale.
Giuliano Nistri è stato uno dei grandi protagonisti dell’epoca d’oro del manifesto ed assieme al fratello Lorenzo (Enzo) ha formato una coppia eccezionale di artisti, pittori e illustratori impegnati per circa trent’anni nel campo della cartellonistica cinematografica. Romano, ha lavorato per le maggiori case di produzione e distribuzione italiane ed estere (Warner Bros., Titanus, 20° Century Fox, Paramount, Columbia Pictures, United Artists, Dear Film, Lux Film, Interfilm, Rank Film, Ponti-De Laurentiis, Mario e Vittorio Cecchi Gori). Firma manifesti per moltissimi film di successo tra i quali “La Notte” di Antonioni, “La Strada” e “I Vitelloni” di Fellini, “Matrimonio all’italiana” di De Sica, “C’era una volta” di Rosi, “Rashmoon” di Kurosawa, “Delitto perfetto” di Hitchcock, “Rio Bravo” di Ford, “Ciao Charlie” di Minnelli, “L’alibi era perfetto” di F. Lang.
Chiara Merlo