La vita è meravigliosa (It’s a Wonderful Life- 1946, F. Capra)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Un film che al suo debutto non ebbe un grande successo commerciale, è diventato negli anni un vero e proprio grande classico per il periodo natalizio, tanto che ancora oggi viene trasmesso in tv ed è puntualmente seguito da un vasto pubblico. La pellicola considerata uno dei capolavori di Frank Capra, coniuga lo spirito natalizio al cinema classico hollywoodiano, sostenuta da una sceneggiatura concreta e da un James Stewart in stato di grazia. La vigilia di Natale del 1945 è una giornata difficile per il protagonista George Bailey, uomo generoso e profondamente altruista, che non riesce nell’intento di salvare la sua piccola società dal fallimento e dalle grinfie dello Scrooge di turno, Henry Potter (Lionel Barrymore) e vede il suicidio come unica via d’uscita alla sua difficile situazione. Per aiutarlo, viene inviato dal Paradiso Clarence Oddbody (Henry Travers), “Angelo di Seconda Classe” ovvero un angelo che non ha ancora ottenuto le ali e ha bisogno di portare a termine una buona azione. L’angelo mostra a George come sarebbe stata la vita senza la sua presenza e di come i suoi cari avrebbero vissuto senza di lui. L’epilogo della narrazione è decisamente positivo, con George che fa ritorno a casa, dalla sua famiglia, circondato dall’affetto e dalla gratitudine di un’intera cittadina.
Manfredo Acerbo, cartellonista di questa versione del manifesto, coglie proprio il momento del ritorno a casa (e alla vita), proponendo l’abbraccio e il bacio appassionato tra il protagonista James Stewart e Donna Reed, che interpreta la moglie del povero George Bailey. Le due figure a mezzobusto, in primo piano, occupano la totalità dello spazio e sono rese grazie al consueto stile di Acerbo, fatto da pennellate decise e poderose, che donano una corposa tridimensionalità alle immagini dipinte, mentre i colori carichi e decisi, contribuiscono a rendere vitale l’immagine. Così la trasposizione di un bacio appassionato, diviene l’immagine catartica del riscatto di uomo sull’orlo della disperazione più nera, di un uomo che sceglie la vita, nonostante tutto.
Chiara Merlo