La leggenda del santo bevitore (1988-E. Olmi)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Renato Casaro realizza il manifesto della pellicola per la distribuzione italiana ed europea della pellicola di Ermanno Olmi, basata sul racconto omonimo e autobiografico di Joseph Roth, che ne fa il primo film del regista bergamasco su soggetto altrui. Casaro impronta l’immagine tracciando un immaginario e sottile filo logico derivato dal titolo dell’opera, che ben definisce l’intera sceneggiatura, rappresentando un uomo elegante, seduto su di una panca di legno, mentre alla sue spalle c’è una vetrata colorata. La postura dell’uomo tradisce le sue emozioni con le spalle ricurve, il viso, ritratto da Rutger Hauer, ruotato e rivolto verso lo spettatore, l’espressione desolata e affranta di una persona che non ha più un briciolo di speranza né tempo, come richiamato dall’orologio da taschino tenuto nella mano. L’artista, che in questi anni si è già completamente dedicato alla realizzazione delle immagini tramite l’aerografo, azzarda una scelta molto particolare per conferire la luminosità adatta all’intero manifesto, introducendo una luce calda che inonda e avvolge la figura maschile, facendola provenire dalle spalle dello stesso, proprio da quel vetro colorato che vuole richiamare le vetrate di una chiesa. Questa particolarissima scelta di luce, realizzata con maestria proprio grazie all’impiego della tecnica dell’aerografo, si conferma azzeccata poiché conferisce un alone luminoso che fa da contraltare alla figura oscura e triste dell’uomo, esaltandola in una teatralità solenne, quasi fosse una luce che eleva la figura in una sorta di santità, richiamando così parte del titolo della pellicola e implicitamente la parte del racconto, sia filmico che letterario, in cui la fede e la devozione verso Santa Teresa di Lisieux, la fa da padrone.
Ma se guardiamo attentamente l’immagine nella sua completezza, è possibile che l’artista voglia da una parte richiamare con solennità la fede e la santità, ma intenda anche richiamare l’attenzione dello spettatore sulla seconda parte del titolo del film, ovvero sul problema dell’alcool del bevitore: i vetri colorati, posti sopra delle panche di legno, non sono forse tipici dei pub inglesi/irlandesi?
Si delinea così un immaginario doppio filo tra l’immagine e il titolo del film, confermando Renato Casaro come un’attento e sensibile artista cartellonista.
La pellicola del maestro Ermanno Olmi, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia e 4 David di Donatello ed è stata particolarmente apprezzata anche all’estero.
Chiara Merlo