La donna scimmia (Marco Ferreri, 1964)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Alle ore 21:00 proiezione del film La donna scimmia di Marco Ferreri.
Introduce Roberto Della Torre, docente di Storia del cinema italiano all’Università Cattolica di Milano
LA DONNA SCIMMIA (Marco Ferreri, 1964)
Soggetto, sceneggiatura Rafael Azcona, Marco Ferreri – Fotografia: Aldo Tonti – Scenografia: Mario Garbuglia – Arredamento: Ferdinando Giovannoni – Costumi: Piero Tosi, Vera Marzot – musica: Teo Usuelli, diretta dall’autore – Montaggio: Mario Serandrei – Produzione: Carlo Ponti per Compagnia Cinematografica Champion (Roma)/Les Films Marceau, Cocinor (Parigi) – Distribuzione: Interfilm – Origine: Italia-Francia (il film è stato girato negli stabilimenti Tirrenia) – Titolo di comproduzione: “Le mari de la femme a barbe”.
Con Ugo Tognazzi (Antonio Focaccia), Annie Girardot (Maria, sua moglie), Achille Maierani, Filippo Pompa Marcelli, Ugo Rossi, Linda De Felice, Antonio Cianci, Jacques Ruet, Vittorio Esposito, Elvira Paoloni, Donna Badoglio (una suora), Antonio Altoviti.
Antonio Focaccia, quarantenne napoletano, ha sempre vissuto di espedienti. Ma un giorno in uno spizio scopre l’occasione della sua vita: una donna, Maria, vive al riparo da sguardi indiscreti perché, pur essendo per tutto il resto normale, ha il volto ricoperto da lunghi peli, che la rendono mostruosa. Antonio convince la donna a lasciare il suo rifugio e ad andare a vivere con lui. La esibisce quindi come “fenomeno vivente” nel proprio garage trasformato in baraccone. Maria diventa la principale attrazione di un grossolano spettacolo allestito da Antonio, che, per legarla ancor più a sé, decide di sposarla. La povera donna accetta e gli si affeziona sempre di più. Non protesta nemmeno quando Antonio si lascia convincere da un impresario francese, che vuol far esibire Maria a Parigi in un grottesco numero di strip-tease. A Parigi però Maria scopre di essere incinta, sta male e il suo spettacolo è compromesso. Antonio la riaccompagna allora a Napoli dove, durante il parto, la donna e il neonato muoiono. Un museo chiede e ottiene di conservare i loro corpi, ma Antonio ci ripensa; un pò per affetto, un pò per interesse si indebita per poter riavere i due cadaveri, li fa imbalsamare e ricomincia a esporli nel proprio baraccone.
Ingresso 3 euro