La donna scimmia (1974-M. Ferreri)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>L’immagine, che occupa la quasi totalità del manifesto, è costruita tramite piani sfalsati: in primo piano si trova la figura femminile, abbigliata con abiti succinti, la testa risolta verso sinistra, le braccia sollevate mentre sta ballando su un palco, sul quale è riverso un animale; l’uomo, in primo piano, è posto su di un altro piano in alto a sinistra, indossa un cappello coloniale e spalanca gli occhi rivolgendo lo sguardo verso il basso da cui proviene una luce abbagliante che ne illumina il volto. L’immagine a colori risulta essere costruita come un collage di scene della pellicola. Tognazzi è abbigliato come un esploratore mentre la Girardot è vestita come una sorta di sensuale odalisca. L’illuminazione quindi è suddivisa seguendo le porzioni di inquadrature raffigurate: il viso di Tognazzi è illuminato da una fonte luminosa molto forte che proviene dal basso, mentre Annie Girardot è illuminata da una luce proveniente da destra, accentuando così il gioco chiaroscurale. Nel riquadro in basso sono inseriti i crediti del film, mentre in alto a desta campeggiano i nomi dei protagonisti e il titolo, al quale è stata assegnata una grafica che ricorda appunto il pelo di scimmia, mentre i colori intensi utilizzati per la colorazione, sono in linea con il gusto del tempo. Tognazzi è colto mentre sta guardando la Giradot ballare. L’immagine rappresenta una scena del film che riguarda gli spettacoli della donna scimmia a Parigi. Il viso allucinato di Tognazzi risulta più “mostruoso” di quello della donna che è ricoperto di peli, anticipando così le prerogative dei personaggi: un’ingenua sfortunata che si lascia abbindolare da un imbroglione farabutto, che la costringe a diventare un “fenomeno da baraccone” e non è colpito mai dai rimorsi, neppure alla fine della storia, confermando così di essere il vero “mostro”. Il manifesto trasmette l’aria surreale che pervade la pellicola, mostrando i due protagonisti che appaiono inconsueti e particolari nel loro abbigliamento, sottintendendo una mostruosità che coinvolge le due figure.
Chiara Merlo