Julie Andrews Leone d’oro alla carriera alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e per l’occasione verrà proiettato il film Victor Victoria.
La pellicola del 1982 diretta da Blake Edwards è in realtà tratta da un film tedesco del 1934, diretto da Reinhold Schünzel e interpretato da Renate Müller, celebre attrice teutonica del tempo, con Hermann Thimig e Adolf Wohlbruck. Il remake americano ha ottenuto un successo travolgente con sette candidature ai Premi Oscar 1983 e ha vinto il premio per la migliore colonna sonora.
Il manifesto sintetizza con pochissimi elementi grafici la sceneggiatura che vede protagonista la cantante soprano Victoria Grant (Julie Andrews) che rimasta senza lavoro si lascia trascinare da un amico omosessuale Toddy (Robert Preston), in una stramba avventura ovvero recitare e cantare en travesti nei panni di un conte polacco, Victor Grazinsk. Victoria così si trasforma in Victor, una donna che finge di essere un uomo che finge di essere una donna! Il successo è travolgente ma come sempre iniziano i guai quando ci si mette di mezzo l’amore e il desiderio.
Il manifesto grafico è estremamente semplice ma al contempo assai efficace presentando su uno sfondo totalmente nero e su di un unico piano una bocca rossa, sensuale e provocante, sormontata da due baffi che vengono contestualizzati nell’azione da lampadine di diverse misure, tipiche negli specchi dei camerini e negli allestimenti del cabaret. Competa il manifesto il titolo del film realizzato con una grafia che ben richiama le insegne luminose dei night club, con un letteringdedicato per entrambi i nomi, più squadrato per Vinctor con tanto di cappello a cilindro, mentre per Victoria il corsivo si fa vezzoso e civettuolo.
Come fosse una sorta di marchio di qualità su tutto svetta il nome di Blake Edward, regista e sceneggiatore di grandissime commedie di qualità nonché marito di Julie Andrews.
Chiara Merlo