Impareggiabile Liz
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Nel 50° anniversario del colossal Cleopatra (1963), e a due anni dalla scomparsa dell’attrice, una mostra celebra il mito di Liz Taylor raccontato dai manifesti dei suoi film.
Più di cento pezzi tra manifesti, locandine, fotobuste, soggettoni, foto di scena, riviste d’epoca e memorabilia raccontano la straordinaria carriera della Taylor.
Si possono ammirare i manifesti originali dei primi film, come il mitico Torna a casa Lassie (1943) che la consacrò bambina prodigio di Hollywood o il manifesto di Gran Premio (1944), quest’ultimo anche nella versione per il mercato italiano con il titolo astutamente cambiato in Furia per attirare al cinema il pubblico dei più giovani.
Ciò a testimonianza di quante storie “segrete” ci possano raccontare i manifesti sul cinema del loro tempo!
Segue poi una lunga carrellata dei film che la portarono al successo: Piccole donne (1949), Il padre della sposa (1950), Rapsodia (1954), La pista degli elefanti (1954), Lord Brummel (1954), Il gigante (1956), La gatta sul tetto che scotta (1958), Improvvisamente l’estate scorsa (1959), La bisbetica domata (1967), fino ai meno noti. Spazio speciale ai film con cui Liz si aggiudicò i 2 Oscar come migliore attrice: Venere in visone (1960) e Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966).
Elizabeth Taylor, l’attrice dagli occhi viola e il carattere ribelle
Attrice bellissima sul set e donna irrequieta nella vita privata, è stata forse l’ultima vera diva del cinema degna di essere definita tale.
Dotata di una bellezza straordinaria, resa conturbante da due magnifici occhi da leggenda, dall’indefinito colore viola-blu, e dal carattere ribelle, Liz, come la chiamano tutti ancora oggi nonostante la sua ben nota avversione per quel soprannome, si è conquistata un posto nella leggenda lavorando con i più importanti attori del suo tempo, dal più volte marito Richard Burton a Paul Newman, da Rex Harrison a Rock Hudson, da Spencer Tracy a Montgomery Clift, da Steward Granger a Vittorio Gassman, da Marlon Brando a James Dean, sotto la guida di importanti registi come Vincent Minnelli, Franco Zeffirelli, Richard Vidor, William Dieterle, Joseph Mankiewicz, John Huston, Joseph Losey, Mike Nichols.
Grazie alla collaborazione di Marina Castelnuovo, da 20 anni sosia ufficiale della Taylor, sono esposte anche 4 copie di abiti indossati da Liz realizzate dalla Sartoria Pia Rame di Milano, nonché copie dei suoi famosi gioielli realizzati da De Liguoro Bijoux di Milano. Grazie al prestito del collezionista Sergio Salemi sarà inoltre esposta la replica perfetta del favoloso diamante da 68 carati che Richard Burton regalò alla moglie nel 1969 e che ancora oggi porta il nome Taylor-Burton. Sul megaschermo della sala scorreranno immagini della vita privata di Liz Taylor ed un montaggio con i trailer dei suoi film più belli.
Il suo mito, tuttavia, resta legato a doppio filo a quello del film che la consacrò alla leggenda: Cleopatra, colossal faraonico (è il caso di dirlo) che richiese anni di lavorazione e che nel 1963 mandò in rovina la 20th Century Fox accatastando record su record, dal costo delle scenografie e dei costumi, al compenso milionario della stessa Taylor (che con il suo cachet di 1 milione di dollari resterà per anni l’attrice più pagata nella Storia del Cinema). E pensare che quando, venti anni prima, la Taylor recitò in Torna casa Lassie fu pagata meno del cane!
Cleopatra è stato girato in 4 diversi Paesi (Inghilterra, Italia, Spagna, Egitto) e è vincitore di 4 Premi Oscar, divenuto celebre anche per aver fatto incontrare sul set una delle coppie più belle e irrequiete di Hollywood.