GUERRA E CONSAPEVOLEZZA (IL LATO BUIO DELL’UMANITA’)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>a cura di Nossa Ivan
(autore dei libri di successo Il Potere e la Magia della Gratitudine e Il Potere e la Magia del Perdono)
www.ivannossa.com
BASTARDI SENZA GLORIA
di Quentin Tarantino
La guerra avrai mai fine?
Nella Francia occupata dai tedeschi, Shosanna Dreyfus (Me´lanie Laurent) assiste all’esecuzione della famiglia per mano del Colonello nazista Hans Landa (Christoph Waltz, Palma d’Oro a Cannes). Shosanna riesce miracolosamente a scappare e si rifugia a Parigi, dove, con una nuova identità, diventa la proprietaria di un cinema. Altrove in Europa, il Tenente Aldo Raine (Brad Pitt) sta organizzando un gruppo di soldati ebrei, ingaggiati appositamente per un’azione punitiva nei confronti dei nazisti: conosciuti dal nemico come ‘I Bastardi’, i membri della squadra di Raine entrano in contatto con l’attrice tedesca e agente segreto Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger), per portare a termine la missione di far cadere i vertici del Terzo Reich. Il destino li porterà in una sala cinematografica, proprio dove Shosanna è sul punto di mettere in atto la sua vendetta…
Con Brad Pitt, Christoph Waltz, Michael Fassbender, Eli Roth, Diane Kruger, Daniel Brühl. Mike Myers, Lea Seydoux
ZERO. INCHIESTA SULL’11 SETTEMBRE
di Thomas Torelli
Cosa conosciamo veramente di quello che accade?
Zero è un film documentario che rompe il muro del silenzio, un’inchiesta giornalistica rigorosa, costruita con interviste girate in tutto il mondo a testimoni oculari, sopravvissuti, responsabili delle indagini, esperti, tecnici, scienziati, familiari delle vittime, giornalisti. Tre narratori d’eccezione, Dario Fo, Lella Costa e Moni Ovadia, accompagnano lo spettatore nel viaggio attraverso le menzogne della versione ufficiale. Immagini di repertorio inedite ed esclusive, documenti ufficiali, ricostruzioni in computer grafica, permettono allo spettatore di riconsiderare i fatti da punti di vista diversi e riuscire a guardare di nuovo, in maniera critica, le immagini dell’11 settembre 2001.
Zero è divenuto il film simbolo della lotta per la verità sull’11 settembre, distribuito in più di 70 paesi dei cinque continenti, al cinema, in dvd e in televisione. In Italia vanta tre ristampe con Piemme e «L’Espresso».
Con Dario Fo, Lella Costa, Moni Ovadia e Gore Vidal
FULL METAL JACKET
di Stanley Kubrick
L’uomo è nato per combattere o potrebbe fare di meglio?
Un gruppo di marines americani, reclute normali presto trasformate in macchine per uccidere dall’intenso e implacabile addestramento del feroce sergente Hartman, parte per il Vietnam e sperimenta nella cruda offensiva del Tet, che ha per teatro la città vietnamita di Hue, gli orrori di una guerra micidiale per entrambi gli schieramenti, da cui i superstiti non usciranno vincitori, né vinti, ma disumani e cinici professionisti di morte. Incredibile, toccante e a tratti sconvolgente la penultima opera di Staley Kubrick che ci regala uno sguardo crudo, reale e innovativo sul rapporto tra umanità ed esercito, tra essere umano e guerra.
Con Matthew Modine
GOOD MORNING VIETNAM
di Barry Levinson
Si può essere felici e spensierati anche in situazioni drammatiche?
Nel 1965, durante la guerra nel Vietnam, l’aviere americano Adrian Cronauer viene inviato a Saigon e, in breve tempo, con il suo programma radiofonico Good Morning Vietnam diviene il disk-jockey più amato dalle truppe americane, e le sue trasmissioni rappresentano un puro e irrinunciabile momento di svago per i militari costretti a stare lontani da casa. Purtroppo, però, il suo eccessivo anticonformismo gli procurerà problemi con i diretti superiori. Verrà difeso in prima persona dal generale Taylor, ma alla lunga il singolare dj sarà accusato di collusioni con i Vietcong e costretto a tornare in patria.
Incredibile interpretazione di Robin Williams che porta un tocco di umorismo, originalità e gioia di vivere anche in Vietnam.
APOCALYPSE NOW
di Francis Ford Coppola
La guerra può essere raccontata in un film?
In Vietnam, durante il terzo anno di guerra, il capitano Willard viene inviato ai confini della Cambogia per una missione segreta e delicatissima: dovrà uccidere il colonnello Kurtz che, impazzito, sta combattendo una sua guerra privata. Willard risale un fiume e si trova a percorrere tutti i gironi dell’inferno. I suoi compagni di viaggio sono degli squinternati. Quasi nulla è comprensibile: gli attacchi con gli elicotteri al ritmo di Wagner, un ufficiale che fa surf sotto i bombardamenti, battaglie all’insegna del “napalm”, che rendono la scena simile a quella di una Disneyland allucinata. Trova Kurtz-Brando in un incontro che il regista carica con toni epici e misteriosi: Brando, monumento più che mai, fotografato nella penombra, sembra qualcosa di più o di meno di un essere umano. Kurtz spiega la sua filosofia: occorre uccidere, distruggere e mutilare, anche donne e bambini, se la causa è giusta. In pratica il colonnello giustifica i propri delitti in nome della difesa della patria. È dunque un eroe o un pazzo sanguinario? Willard compie la sua missione e lo uccide. Il film è ispirato al racconto Cuore di tenebra di Conrad ed è sceneggiato da John Milius. Coppola è senza dubbio il regista che ha segnato gli anni Settanta (Oscar a Il Padrino e a questo film) con la sua regia capace di raccontare con stile, seppure appesantita da qualche virtuosismo. Negli autori che cominciavano allora e che sarebbero diventati grandi (come Scott, Cimino e Cohen) la sua lezione sarebbe stata un riferimento imprescindibile. Senza pretendere di cambiare i destini del mondo, Coppola si impegna in un ragionamento sul bene e sul male e sulla loro relatività. Un uomo che ha la possibilità di esercitare un potere sempre maggiore può non riuscire a fermarsi in tempo e a individuare il confine fra la propria anima ancestrale, violenta e amorale, e quella civile, perdendo di vista la possibilità di convivere con gli altri, se sono più deboli. Naturalmente non era casuale che questa filosofia venisse applicata a quella guerra sciagurata che aveva confuso e stravolto tutti gli aspetti della morale americana. Kurtz, credendosi onnipotente, aveva perso di vista il proprio limite umano. Doveva essere distrutto. Il film sarà ricordato per il grande budget (quaranta milioni di dollari) e per le difficoltà di lavorazione nelle Filippine, per il boicottaggio da parte delle autorità americane, che naturalmente non condividevano la chiave negativa e disperata che Coppola dava della guerra. A tre lustri di distanza, Apocalypse Now si pone come manifesto attendibile di quella vicenda e come film dai grandi valori confermati. Ventidue anni dopo, Coppola ha riproposto il film in una nuova versione: Apocalypse Now – Redux,arricchito da 54 minuti di scene inedite, ma soprattutto con un nuovo finale, è giunto nelle sale nel 2001. (da mymovies.it)
Con Marlon Brandon, Robert Duvall, Harrison Ford
SCHINDLER’S LIST – LA LISTA DI SCHINDLER
di Steven Spielberg
Umanità e atrocità sono lati della stessa medaglia?
Cracovia, 1939. L’industriale tedesco Oskar Schindler, bella presenza e temperamento avventuroso, manovrando i vertici nazisti tenta di rilevare una fabbrica per produrre pignatte e marmitte. Già reclusi nel ghetto di Podgorze, ed impossibilitati a commerciare, alcuni ebrei vengono convinti da Schindler a fornire il denaro per rilevare l’edificio: li ripagherà impiegandoli nella fabbrica, pagandoli con utensili da scambiare e sottraendoli al campo di lavoro comandato dal sadico criminale tedesco Amon Goeth. Dopo aver ricevuto la breve visita di Emilie, la moglie che subito torna in Moravia vista la vita di libertino impenitente del marito, Schindler, sempre più nelle grazie dell’alto comando nazista e di Goeth, costruisce un campo per i suoi operai, dove le milizie non possono entrare senza la sua autorizzazione. Infine, scatenatosi lo sterminio, decide di attivare, dando fondo a tutte le sue risorse finanziarie, una fabbrica di granate nella natia Brinnlitz. Con l’aiuto dell’inseparabile Itzhak Stern, il contabile ebreo, compila una lista di 1100 persone ebree perché vengano a lui affidate come operai. Mentre gli uomini arrivano a destinazione, le donne vengono per errore tradotte ad Auschwitz, e solo con grande rischio ed impiegando a fondo risorse e conoscenze, Schindler riesce a strapparle alla morte. Per sette mesi la fabbrica produce appositamente granate difettose, finché l’armistizio non trova l’industriale senza denaro. I suoi operai gli donano un anello d’oro con su incisa una frase del Talmud: “Chiunque salva una vita salva il mondo intero”.
(da comingsoon.it)
Una visuale nuova, arricchita dal bianco e nero, per questo capolavoro assoluto che riesce a rendere su pellicola le sfumature dell’animo umano in tempi di guerra.