Gli incensurati(1961-F. Giaculli)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Giuseppe Corona (Peppino De Filippo) si arrabatta, spesso sul filo dell’illegalità, per esaudire i desideri pressanti di moglie (Marisa Merlini) e figlia (Claudia Mori), sino a quando non si ritrova coinvolto in un losco affare, imbrogliato dall’amico di sempre Sfilatino (Luigi De Filippo). La pellicola è una commedia corale in cui i personaggi ruotano attorno ad espedienti e malaffare ed è proprio così che il cartellonista Carlantonio Longi sintetizza la narrazione, presentandoci un gruppo di persone inserite nel centro dello spazio, letteralmente sovrastate da due figure fuori scala. Longi realizza le figure intere dei personaggi del gruppo, regalando loro le fattezze degli attori protagonisti, ponendo Peppino De Filippo, Marisa Merlini, Vittorio De Sica, Ugo Tognazzi in primo piano, mentre il secondo piano Raimondo Vianello, Luigi De Filippo e al centro Claudia Mori. Il gruppo è compatto ed unito come se tutti fossero giudicati non solo dallo spettatore, ma soprattutto dalle due figure fuori scala, due carabinieri che ricordano molto i personaggi di Carlo Collodi in Pinocchio. I due esponenti della giustizia sono realizzati come due figure immaginarie che risultano spropositate sia nelle dimensioni che nelle espressioni facciali, che sono volutamente caricaturali e che si contrappongono al ritratto fotografico utilizzato per la realizzazione del gruppo di attori. L’artista cartellonista è come se inserisse il gruppo di colpevoli sotto la lente della giustizia raffigurata dai due carabinieri, che assumono il ruolo di archetipo collodiano di una giustizia che si rende partecipe di un’ingiustizia. Rafforza questa idea di dualismo tra le due fazioni anche la gamma cromatica utilizzata, con colori chiari come il giallo e il bianco per la parte bassa, dove si trova il gruppo, mentre nella parte alta del manifesto, colori più scuri rendono l’idea della cupezza del giudizio insindacabile.
Carlantonio Longi (Livorno 08/09/1921-Sinalunga 05/09/1980), dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Roma, intraprende giovanissimo da prima l’attività di pittore, poi di ritrattista e soprattutto quella di cartellonista cinematografico. La sua attività nel mondo del cinema è durata circa vent’anni, dagli anni’ 50 agli anni’70, comprendo così il “periodo d’oro” del cinema italiano. La sua attività ha spaziato molti generi cinematografici, da Ladri di biciclette(Vittorio De Sica, 1948), a L’avventura (Michelangelo Antonioni,1960), passando da Senso (Luchino Visconti, 1954) a Totò e Carolina (Mario Monicelli, 1955), affrontando anche la sfida dei manifesti per film stranieri, come ad esempio Il mago di Oz (Victor Fleming, 1939).
Chiara Merlo