Il giardino dei Finzi-Contini (1970- V. De Sica)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>La pellicola firmata da De Sica è tratta dal famoso romanzo di Giorgio Bassani ma si discosta dallo stesso in alcuni punti, tanto che lo scrittore chiese di essere tolto dai titoli di coda; le due opere si possono di fatto considerare due prodotti quasi indipendenti l’uno dall’altro, anche se il debito d’ispirazione del film rimane comunque molto forte.
Per questo manifesto Maro, ovvero Otello Mauro Innocenti, ha realizzato un’immagine particolarmente impattante e fortemente espressiva, anticipando di fatto allo spettatore i temi forti e dolorosi presentati nella pellicola. L’immagine è costituita sostanzialmente da un paesaggio, costituito da un giardino, una quinta di alberi e una figura femminile che corre occupando una piccola porzione centrale dello spazio. Il giardino è appunto quello della famiglia Finzi Contini, ricca famiglia ebrea dell’alta borghesia di Ferrara, che all’alba delle leggi razziali del ‘38 e la conseguente espulsione degli ebrei dal circolo del tennis della città, decide di aprire la casa agli amici dei figli Micòl e Alberto così da potersi dedicare allo sport nel campo da tennis presente nel parco della villa. Maro contrappone alla placida bellezza del verde parco lussureggiante, simbolo di un’agiatezza che consente alla borghesia ebrea di vivere l’illusione che nulla possa scalfirla, un cielo infuocato da un tramonto che fa da sfondo, presagio del futuro nefasto che si sta delineando con i fatti storici contemporanei. L’artista utilizza il colore e il tratto in maniera espressionistica, veicolando i sentimenti e la condizione dei protagonisti tramite l’uso di una gamma cromatica vibrante accompagnata da un tratto nervoso e deciso, che caratterizza l’immagine con un segno nero deciso, facendola assomigliare ad un’incisione. La figura femminile abbigliata in modo sportivo, è riconducibile alla giovane protagonista Micòl, un’adolescente stretta tra un’attualità dolorosa e soffocante e la vita stessa di ragazza alle prese con l’amore per il comunista Malnate e l’amicizia fraterna che la lega a Giorgio, da sempre innamorato della giovane. Nel complesso l’immagine, pur nella sua costruzione estremamente semplice e narrativa, si dimostra essere di grande impatto agli occhi dello spettatore, che si ritrova coinvolto soprattutto dai colori vividi e ricchi di significato che ben anticipano la pellicola di De Sica, vincitrice nel 1972 dell’Oscar come miglior film straniero,di un Orso d’oro al Festival di Berlino nel 1971.
Innocenti Otello Mauro detto Maro (Roma 1927-2003) è stato il cartellonista e disegnatore ufficiale della Titanus dalla “Ciociara” a “Rocco e i suoi fratelli”, da “Il sorpasso” a “Il giardino dei Finzi Contini” da “La prima notte di quiete” a “I nuovi mostri”. E’ stato anche il cartellonista dei film cosidetti “musicarelli” e di quelli di Franchi e Ingrassia, di “I vichinghi” e “Detenuto in attesa di giudizio”, sino a”L’armata Brancaleone”.
Chiara Merlo