Gardenia blu (The Blue Gardenia, 1953-F. Lang)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Questa pellicola introduce Fritz Lang nel mercato americano, grazie all’accordo siglato con la MGM, e con The Big Heat (Il grande caldo, 1953), While The City Sleeps (Quando la città dorme) e Beyond a Reasonable Doubt (L’alibi era perfetto, 1956) rientra nel filone del regista austriaco, naturalizzato statunitense nel 1939, in cui il comune denominatore è l’analisi del ruolo dei mass media nella società contemporanea americana. Per la produzione e la distribuzione italiana è stato scelto come responsabile dei bozzetti per l’intera gamma del materiale pubblicitario, l’artista cartellonista Luigi Martinati. Il manifesto qui presentato è un antesignano dei character posterai quali siamo abituati nelle promozioni cinematografiche contemporanee. Il manifesto infatti è dedicato ad un solo soggetto e rappresenta la protagonista della pellicola Norah Larkin, interpretata dall’attrice Anne Baxter, che occupa la quasi totalità della superficie a disposizione nel manifesto. La figura è posta frontale al fruitore del manifesto, con il busto leggermente ruotato in modo da evidenziare al linea delle spalle, lasciate scoperte dal vestito e il viso, sollevato e leggermente riverso all’indietro mentre gli occhi, pur risultando ben visibili a chi guarda, rifuggono lo sguardo diretto e si dirigono verso un punto lontano, oltre il manifesto stesso. Luigi Martinati compie una scelta interessante, reliazzando il ritratto fotografico grazie ad una tecnica che richiama proprio i ritratti a carboncino, restituendo la figura grazie ad un tratto lineare e preciso che al contempo conferisce alla figura morbidezza, esaltando la naturale bellezza e sensualità dell’attrice. Completa l’immagine l’inserimento alla base del busto di alcuni fiori, delle gardenie blu appunto, che fungono da elemento caratterizzante e di collegamento tra il manifesto, la pellicola e il titolo stesso, a cui viene dedicato un letteringdi colore blu. I fiori, il titolo e le labbra sono gli unici dettagli a cui l’artista regala del colore, tre elementi collegati tra loro nella pellicola e che si rispecchiano nell’immagine.
Lo spettatore viene catturato da un manifesto che di per se è estremamente essenziale, ma che la maestria di Martinati rende irresistibile, grazie alla posa della figura, ai pochi ma decisi dettagli inseriti come le labbra rosse e ben definite, gli occhi dalle lunghe ciglia e i morbidi capelli che ricadono in voluttuosamente sulle spalle: con pochissimi dettagli, un tratto ridotto al minimo per definire i contorni e un uso del colore appena accennato, l’artista regala al pubblico un’immagine elegante e sensuale che ben accompagna la pellicola di Fritz Lang.
Luigi Martinati (Firenze, 1893 – Roma 1983) Allievo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, si dedica immediatamente all’illustrazione pubblicitaria tra il 1923 e il 1941, creando numerosi manifesti dedicati alla pubblicità commerciale e al turismo. Ha lavorato a Roma come direttore artistico dell’IGAP (General Billboard Advertising Company); nel dopo la guerra abbandona l’industria pubblicitaria per dedicarsi esclusivamente alla cartellonistica per il cinema, creando con Anselmo Ballester e Alfredo Capitani, lo studio BCM da cui provengono molti manifesti tra i più famosi.
Chiara Merlo