Enrico De Seta
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Enrico De Seta nasce nel 1908 a Catania, dove il padre si è trasferito per motivi professionali, ma fin dal 1910 vive a Roma. All’età di quindici anni De Seta fonda il settimanale studentesco “Il cerino”, dando inizio a una lunga carriera di giornalista e disegnatore. Nel 1930 De Seta lavora presso “Il Travaso delle idee” e nel 1937 fonda il settimanale a fumetti “Argentovivo!”, per poi collaborare dall’anno successivo con il giornale satirico “Marc’Aurelio”, per il quale crea il personaggio del mago Bacù, divenuto molto celebre sia in Italia che all’estero. Durante il Fascismo è impegnato con il settimanale “Il Balilla” sulle cui pagine disegna vignette satiriche di propaganda contro gli Alleati i cui protagonisti sono Re Giorgetto d’Inghilterra e Ciurcillone che riscuotono un successo tale da essere eliminati poiché tanto simpatici da sortire l’effetto contrario a quello auspicato.
A partire dal secondo dopoguerra De Seta inizia a dipingere per il cinema, realizzando oltre millecinquecento manifesti in collaborazione con le maggiori case cinematografiche, tra le quali in particolare l’italiana De Laurentiis. I primi bozzetti ideati per I vitelloni, di Federico Fellini (1953), non ottengono immediatamente il nulla osta della committenza: il cartellonista decide di raffigurare una scena che sia un po’ sfuocata, come a rappresentare un vago ricordo, ma per ragioni commerciali viene imposto a De Seta di definire l’insieme, in modo tale da evidenziare i volti degli attori protagonisti, in particolare Alberto Sordi al centro.
La committenza boccia anche una seconda proposta di De Seta: un bozzetto in cui i cinque inetti si trascinano lungo la spiaggia ormai deserta, discutendo del mito dell’avventura impossibile, della donna sognata, immagine languida che campeggia senza veli in primo piano al di sopra del titolo. Il nudo femminile avrebbe certo provocato il sequestro da parte della severa censura dell’epoca, dunque si opta per la seconda soluzione sopra descritta.
De Seta si trova in difficoltà anche con i bozzetti per un’altra pellicola diretta da Federico Fellini, La strada (1954), per il cui manifesto l’artista propone l’uso di un drammatico bianco e nero, al fine di rendere più struggente l’immagine della strada di campagna che si perde nel nulla attraverso il paesaggio desolato, ma la casa di distribuzione propende per l’uso del colore, considerato di maggior impatto sullo spettatore.
Il bozzetto ideato per Fortunella, di Eduardo De Filippo (1957), incontra invece le correzioni del regista stesso: assodato che il fulcro della locandina debbano essere i grandi occhi sgranati di Giulietta Masina, Eduardo De Filippo preferisce sostituire alla coroncina clownesca una di dimensioni naturali.
Nel 1995, l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro conferisce a De Seta l’onorificenza di Commendatore in virtù del grande contributo dell’artista a favore del successo nazionale e internazionale del cinema italiano.
Enrico De Seta muore a Roma nel 2008.