Domenica d’agosto (L. Emmer- 1950)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Averardo Ciriello sceglie di suddivide lo spazio del manifesto in due blocchi, che raccontano due parti fondamentali della sceneggiatura. Nella parte bassa diverse tipologie di automobili e il treno, che sfreccia sfondo, sono la trasposizione del viaggio verso il lido di Ostia da parte di un gruppo variegato di persone, che con ogni tipo di mezzo cercano di allontanarsi da Roma, per cercare refrigerio. L’immagine dei ciclisti invece si ricollega direttamente al titolo del film, richiamando alla memoria dello spettatore, la spensieratezza e la la possibilità di gestire in tempo in maniera rilassata, in una domenica d’agosto. Nella parte superiore, che occupa gran parte dello spazio del manifesto, l’estate la fa da padrona, con le due figure che si guardano complici, in costume d bagno sulla spiaggia, mentre all’orizzonte il cielo si unisce al mare. Come sempre Ciriello utilizza il colore con funzione simbolica ed espressiva, infatti la gamma cromatica è tenue e molto chiara, con una luce diffusa che dissimula un’assolata e afosa giornata d’estate. La pellicola è una commedia corale ambientata tra Roma e Ostia, narrata per la prima volta, ricorrendo a 6 diversi episodi che s’intrecciano simultaneamente, è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare, ed appartiene al sottogenere denominato “neorealismo rosa”, con il quale si intendono le pellicole che apparentemente affrontano ancora gli argomenti tipici del neorealismo, ma virando verso la commedia di costume, alleggerendo così in maniera drastica l’impegno politico e civile. E’ i racconto di un’Italia che ancora una volta sta cambiando pelle, con un desiderio di felicità e di allegria, condiviso da una gamma umana così variegata e profondamente diversa.
Marcello Mastroianni qui è al suo primo vero ruolo cinematografico, anche se nella pellicola non viene utilizzata al sua voce, poiché è doppiato da Alberto Sordi.
Chiara Merlo