C’era una volta… Cenerentola!
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Infatti è una fiaba che compare in moltissime tradizioni popolari molto lontane e molto diverse tra loro, numerose varianti che si adattano al contesto storico e sociale, ma che nel contempo contengono tratti comuni che collegano le versioni, creando così un vero e proprio DNA di Cenerentola.
Partendo dall’Antico Egitto dove compare per la prima volta una giovane donna che smarrisce i propri sandali che vengono ritrovati dal Faraone che decide così di sposarla, passando per l’antica Cina dove la protagonista che ha perduto le calzature, ha anche piedi piccolissimi segno di nobiltà e distinzione nella cultura cinese, sino ad arrivare a Il vasetto magico (fiaba persiana), Vassilissa la bella (fiaba russa), Peldicenere (fiaba inglese), Natiki (fiaba africana).
La prima versione italiana è realizzata da Giambattista Basile e pubblicata nel 1634 con il titolo La gatta Cenerentola. Questa versione verrà cambiata e alleggerita dagli aspetti più cruenti da Charles Perrault che la pubblica con il titolo Cendrillon ou la petite pantofle de verre nella seconda metà del XVII secolo, dove la scarpetta perduta diventa di cristallo, mentre nella versione dei fratelli Grimm del 1812 è d’oro. Una fiaba insomma che ha accompagnato e fatto sognare i bimbi da secoli!
Queste profonde radici popolari sono evidenziate dalle numerosissime versioni della fiaba,ne vengono annoverato più di 800 e che è stata a sua volta declinata in ogni genere di espressione artistica: il teatro, l’opera lirica, il balletto sino a giungere al cinema e successivamente alla televisione. Soprattutto nel teatro ottocetesco francese, la fiaba di Perrault è stata fonte d’istirazione per numerossisome riduzioni tetrali.
Il primo cortometraggio attualmente conosciuto è del 1911, intitolato Cinderella di George Nichols con Florence La Badie, mentre il primo film muto è Cinderella (1914), di James Kirkwood. In Italia nel 1948 viene effettuata una ripresa cinematografica integrale dell’opera lirica di Gioacchino Rossini, con la trama del libretto che ricalca la favola.
Nel 1950 arriva la versione più conosciuta ed amata, divenuta negli anni vera e propria icona popolare: Cinderella (Cenerentola) di Walt Disney. Un successo planetario che consacra la versione animata da Disney come la più famosa ed amata di tutti i tempi, vera e propria “macchina” creatrice di sogni…che son desideri! Molti anni dopo la Disney produce altri due film animati dedicati alla nostra protagonista Cinderella II: Dreams Come True (Cenerentola II – Quando i sogni diventano realtà) nel 2002 e Cinderella III: A Twist in Time (Cenerentola III – Il gioco del destino) nel 2007.
Negli anni d’oro del cinema hollywoodiano non mancano inoltre le declinazioni della fiaba realizzate dagli Studios nei film musicali, come ad esempio The Glass Slipper (La scarpetta di vetro), di Charles Walters, film di genere musical prodotto nel 1955 dalla MGM e basato sulla fiaba di Cenerentola.
Ma la popolarità di Cenerentola trascende la fiaba tanto da diventare un riferimento talmente popolare e di uso comune, da assumere un senso metaforico dalle numerose sfumature derivate dalla fiaba stessa. E allora Cenerentola non è solo la ragazza sfortunata sbeffeggiata dagli altri, ma è anche una donna che viene protetta da una Madrina/fortuna, con vestito da sogno che la fa diventare principessa per una sera oppure una persona che in un modo del tutto inaspettato e contro ogni previsione, ha un riscatto sociale e morale come per esempio è accaduto al pugile James J. Braddock soprannominato appunto Cinderella Man, come raccontato nell’omonimo film del 2005 diretto da Ron Howard ed interpretato da Russell Crowe. Altro esempio dell’utilizzo codificato del termine è la traduzione del titolo del film musicale Funny face del 1957, diretto da Stanley Donen e interpretato da Audrey Hepburn e Fred Astaire, che in Italia diventa Cenerentola a Parigi anche se la pellicola non c’entra nulla con la fiaba, ma racconta la storia di una ragazza che improvvisamente viene catapultata nella mondanità trovando l’amore.
Non manca inoltre una versione comica, interpretata da Jerry Lewis in Cinderfella diretto da Frank Tashlin (Il Cenerentolo-1960), parodia della classica favola di Cenerentola distribuito dalla Paramount Pictures. La prima versione americana per la tv viene realizzata nel 1957 ed ha come protagonista Julie Andrews, seguita nel 1967 da un’altra versione con Ginger Rogers, per arrivare nel 1997 al cast stellare e multirazziale di Cinderella con Whoopi Goldberg e Whitney Houston. In Italia nel 2014 è stata realizzata una versione cinematografica, trasmessa anche dalla Rai, della favola musicata da Gioacchino Rossini per la regia di Carlo Verdone.
Gli Studios negli anni non hanno mai rinunciato a riproporre ciclicamente film tratti o ispirati alla fiaba, ravvivando così il mito! Nel 1998 è stata realizzata un particolare rilettura della fiaba in Ever After (La leggenda di un amore – Cinderella), interpretata da Drew Barrymore e Anjelica Huston che è una curiosa produzione sospesa tra il documentario e la finzione romanzata. Altra rilettura della fiaba classica di Perrault si ha in Cenerentola per sempre (Cinderella) del 2000 con Kathleen Turner, David Warner e Marcella Plunkett, in cui la famosa scarpetta non è di vetro ma è di petali di fiori e la fata madrina viene sostituita da una sorta di ninfa dei laghi mentre nella commedia romantica Cinderella Story del 2004, di Mark Rosman con Hilary Duff la rivisitazione è in chiave moderna e al giovane protagonista invece di smarrire la cara vecchia scarpetta, smarrisce un modernissimo cellulare! Altra commedia giovanile ispirata alla fiaba è Another Cinderella Story (2008), di Damon Santostefano con Selena Gomez e Andrew Seeley.
La tradizione ritorna prepotentemente nell’ultima realizzazione in ordine cronologico, ovvero la Cinderella di Kenneth Branagh, con protagonista Lily James, che è l’adattamento cinematografico della celebre fiaba di Cenerentola ma nel contempo è una sorta di remake in live action del film d’animazione disneyano del 1950.
E nel segno di questo solco tracciato il Museo Fermo Immagine continua a perpetrare la tradizione e a far sognare i bimbi di oggi e si trasforma in un Museo Incantato….dove in pomeriggi da sogno i piccoli ospiti possono tuffarsi in un mondo da fiaba. Per scoprire la magia del Museo Incantato, curato da Laura Susan, clicca sulle foto dell’evento che trovi qui sotto: