Cantando sotto la pioggia (Singin’ in the Rain -1952 S. Donen, G. Kelly)
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Allegria, movimento e spensieratezza sono la sintesi perfetta che Silvano “Nano” Campeggi realizza per questa che è una delle versioni del manifesto per il mercato italiano. Su uno sfondo scuro, che richiama alla memoria dello spettatore la notte in qui viene danzata una delle scene più famose della storia del cinema, sotto un ombrello trovano rifugio dalla pioggia che scende copiosa, i tre protagonisti principali della pellicola ovvero Gene Kelly, il famoso attore del cinema muto Don Lockwood stretto tra Donald O’Connor, ovvero Cosmo Brown storico amico e compagno di disavventure e Debbie Reynolds, la giovanissima attrice-ballerina-cantante Kathy Selden che lo conquista. Per le tre figure Campeggi ha scelto una raffigurazione che dissimula il movimento, con la gamba a terra piegata ed i punta di piedi, mentre quella staccata da terra è distesa dinnanzi a loro, proprio come se stessero, appunto, danzando sotto la pioggia. Inoltre la gamba nuda della Reynolds trasmette anche una certa sensualità, seppur innocente, spuntando dall’iconico impermeabile giallo e proiettandosi davanti allo spettatore. I visi distesi e gioiosi, sono resi con la tecnica del ritratto: Debbie Reynolds sorridente e bellissima, indirizza lo sguardo al fruitore del manifesto, così come Gene Kelly per il quale è stato scelta una raffigurazione con la bocca ben aperta, simulando così il suo canto mentre alle sue spalle Donald O’Connor è raffigurato di profilo in un’espressione che è tipica dell’attore, dalla quale traspare la sua irriverente e trascinate furbizia. I visi ben definiti da pennellate precise e da chiaroscuri che donano profondità alle espressioni, fanno da contraltare ai corpi inguainati in abiti che sono resi con contorni sfumati, una scelta questa che accentua e rafforza l’idea della pioggia che bagna tutto quello che non riescono a proteggere sotto l’ombrello. Fulcro cromatico del manifesto è la stessa Reynolds, con il suo soprabito da pioggia giallo e la sua figura danzante sorretta elegantemente da Kelly. La contagiosa gioia che pervade l’intera pellicola viene resa nel manifesto, che ne anticipa i tratti principali. Cantando sotto la pioggia è un caposaldo non solo del cinema appartenente al genere del musical, ma che è fondamentale per la filmografia del cinema classico d’oltreoceano. Una pellicola divenuta una vera e propria icona, non solo grazie alla famosissima canzone e alla rispettiva scena che è un monumentale piano sequenza di danza, ma grazie ad una sceneggiatura che fonde il deus ex machina Gene Kelly e i suoi due comprimari di primissimo livello, in una inesauribile dimostrazione di una bravura a 360° ad una riflessione sul cinema nel delicato passaggio dal muto a sonoro, evidenziando il nascente ruolo dello star system. Una pellicola tra le più metalinguistiche in assoluto che ha influenzato ed inspirato il cinema, dalla cruente scena di Arancia meccanica di Kubrick al dichiarato omaggio di The Artist di Michel Hazanavicius.
Chiara Merlo