Buonasera, signora Campbell (1968-M. Frank)
Carla (Gina Lollobrigida) durante la guerra intraprende tre relazioni segrete con altrettanti militari americani, un caporale, un sergente e un tenente, dando poi alla luce una figlia, Gia (Janet Margolin). I tre uomini, totalmente all’ oscuro dell’esistenze reciproche, sono convinti di essere il padre della piccola.
La donna ne approfitta e per i successivi vent’anni riceve da tutti i “padri” un cospicuo assegno di mantenimento per la ragazza, che ha così la possibilità di frequentare un collegio svizzero. Carla per mettere a tacere le voci in paese, ha sempre sostenuto di essere vedova di un capitano americano da cui ha preso il cognome Campbell. L’improvviso ritorno dei tre americani al paese sconvolge la vita di Carla e di Gia.
Il manifesto realizzato da Tino Avelli introduce i personaggi protagonisti della pellicola, individuandoli in posizioni ben precise, che rispecchiano il loro ruolo nel film. Al centro del manifesto l’artista realizza uno splendido ritratto in primo piano di Gina Lollobrigida, resa con un tratto morbido e delicato e con un gamma cromatica che enfatizza i lineamenti, rendendo ancor di più angelico il viso dell’attrice, già naturalmente bello. I capelli curati e gli orecchini brillanti della donna sono allusioni al suo stato sociale, per nulla indigente, grazie alle donazioni straniere. Alle sue spalle in un secondo piano che dona profondità all’immagine, un uomo la osserva cupo e desideroso, la donna è chiaramente al centro del suo interesse, sottolineando così il ruolo di fulcro dell’attenzione della donna. Il personaggio, interpretato da Philippe Leroy, è l’uomo del paese che da sempre è innamorato di Carla. Nella parte bassa del manifesto Avelli realizza i primi piani di Peter Lawford (Justin Young), Telly Savalas (Walter Braddock) e Phil Silvers (Phil Newman), ovvero i tre militari americani, che vengono inseriti in elementi scenografici estremamente eloquenti: tre salvadanai, simbolo della loro ingenuità e del raggiro perpetrato dalla protagonista. Completano il manifesto uno sfondo dipinto a grandi e poderose pennellate, il titolo del film riportato in basso a destra, assieme al cast e ai crediti, mentre il nome dell’attrice protagonista viene inserito in alto a destra, confermando così l’importanza divistica della Lollobrigida.
Questa pellicola è stata la fonte primaria di ispirazione per il musical Mamma Mia!, scritto dalla drammaturga inglese Catherine Johnson e basato sulle canzoni del gruppo musicale pop svedese ABBA, che ne riprende le caratteristiche fondamentali, così come la sua oramai famosissima trasposizione cinematografica.
Tino Avelli nasce a Tripoli e si trasferisce in Italia prima a Catania, dove frequenta il liceo artistico, poi a Roma. Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti e l’Accademia di Francia, inizia a dedicarsi alla prima alla cartellonistica pubblicitaria, poi a quella cinematografica, collaborando con il maestro Ercole Brini. Nel sua lavoro sono rintracciabili tratti fondamentali trasmessi lavoro del maestro Brini, rielaborati in un’impostazione grafica ed uno stile grafico innovativo. Vastissima la sua produzioni, che abbraccia diversi generi cinematografici. Tino Avelli continua tutt’ora a dipingere a Roma.
Chiara Merlo