Buon compleanno Monica!!
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Per festeggiare il suo compleanno è stato scelto il manifesto realizzato su bozzetto di Rodolfo Gasparri, uno dei più proficui cartellonisti degli anni ’60-’70, del film La ragazza con la pistola del 1968 di Mario Monicelli, appartenente alla commedia all’italiana.
La pellicola mette in scena ancora una volta i pregiudizi sessuali dell’Italia meridionale, raccontando la storia di una giovane siciliana, Assunta Patanè (Monica Vitti) che viene sedotta e abbandonata da Vincenzo Macaluso (Carlo Giuffrè). Per lavare l’onta del disonore con il sangue, Assunta armata di pistola, lo insegue prima in Scozia e poi in Inghilterra, ma entrare in contatto con un mondo completamente diverso e libero dai pregiudizi, le faranno cambiare idea. Il disegno proposto da Gasparri ripropone i tratti iconografici del film: una giovane ragazza morigerata, abbigliata di scuro, con i capelli raccolti in una treccia se ne sta, con aria smarrita ed ingenua, seduta su di una valigia di cartone con un ombrello aperto sulla testa. Questa sua ingenuità è in parte mitigata dalla pistola, che l’artista ha scelto di mettere in bella mostra infilandola nella cinghia della valigia. Sullo sfondo sono stati inseriti due veri e propri simboli di Londra, il Tower Bridge ed il Tamigi che scorre placido sotto questo maestoso ponte lavatoio, che assieme all’ombrello retto dalla ragazza, che richiama alla memoria la classica pioggerella inglese, contestualizzano l’azione. I colori utilizzati giocano una parte importante nell’immagine, rendendola ancora di più affine al contesto, rievocando il cielo plumbeo dovuto alla pioggia che avvolge la figura della giovane donna. La nota di colore è affidata al titolo del film, scritto con un carattere colore rosso vivo e che riporta il dettaglio della pistola nella lettera p.
La commedia di Mario Monicelli segna una svolta molto importante nella carriera di Monica Vitti, impegnata sino al quel momento in ruoli drammatici in pellicole di grandi registi come Michelangelo Antonioni, che sviluppa le sue sfumature più intense. Questa pellicola, che di fatto è la prima commedia all’italiana costruita su un’interprete femminile, è cucita addosso alle sue caratteristiche e vengono finalmente così liberate le sue doti naturali di attrice brillante ed ironica. Monica Vitti, al secolo Maria Luisa Ceciarelli, costituisce una vera e propria unicità nel panorama del cinema italiano, poiché è una bella donna ma non ha la prorompente sensualità per esempio di Marisa Alassio o di Sophia Loren, ma non ha neppure la fisicità di una Franca Valeri. E’ attrice con un’importante formazione teatrale, una donna bella e affascinate alla quale finalmente viene riconosciuta una brillante versatilità che le consente di passare da ruoli impegnati e drammatici, a quelli di un’ingenue svampita, transitando con estrema credibilità dai panni della dolente borghese di Antonioni a quella della vivace donna del popolo accanto a Sordi. Proprio con l’Alberto nazionale nasce un sodalizio unico, che li porta al grande successo. Nella sua lunghissima e proficua carriera, riconosciuta anche dai numerosi premi assegnati, lavora praticamente con tutti i grandi registi, tra i quali oltre ai già citati Antonioni e Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Luciano Salce, Luigi Comencini, Nanni Loy. Recita accanto ai colonnelli della commedia all’italiana Gassman, Tognazzi, Sordi, Manfredi. Si misura con la televisione d’intrattenimento, accanto a due mostri sacri del piccolo schermo come Mina e Raffaella Carrà, nello splendido varietà Mille luci ed affronta anche l’esperienza registica negli anni ’90. Tutto questo senza mai abbandonare il suo grande amore per il teatro.
Una diva non diva, che con la sua inconfondibile voce roca ha raccontato mille sfumature di donna ed alla quale non si può che dire: grazie Monica!
Chiara Merlo