Breve vademecum per la conservazione
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Negli articoli precedenti è stato trattato il tema della conservazione preventiva: le indicazioni riportate, piuttosto tecniche, riguardano le modalità conservative ottimali applicabili a documenti archivistici, in particolare di grande formato. Tale prassi molto spesso, purtroppo, difficile da adottare anche all’interno di archivi veri e propri, risulta ovviamente impossibile da seguire nel caso di collezioni private.
In questo articolo verranno suggeriti alcuni semplici, ma fondamentali, accorgimenti utili a tutti coloro, collezionisti professionisti e non, che desiderano preservare al meglio la propria preziosa collezione di manifesti.
Dove
Sebbene esistano alcuni parametri ambientali ottimali per la conservazione del materiale cartaceo, ciò che risulta più dannoso in assoluto sono sicuramente gli sbalzi repentini di temperatura e di umidità dell’ambiente, pertanto sarebbe bene evitare di porre i documenti in prossimità di fonti dirette di calore o di umidità. Ambienti molto umidi, poco areati e potenzialmente soggetti ad allagamenti, come cantine, piani interrati e box, sono caldamente sconsigliati poiché gli alti tassi di umidità relativa e lo scarso ricircolo d’aria rappresentano le condizioni ideali per l’insorgere di attacchi biologici, che si tratti di infezioni dovute alla proliferazione di microorganismi, definibili più banalmente muffe, o di infestazioni causate da insetti e organismi superiori.
Come
Uno fra i problemi maggiori derivanti la conservazione di documenti cartacei di grande formato, tra cui ovviamente rientra gran parte del materiale pubblicitario di cinema, dipende proprio dalle notevoli dimensioni che li caratterizza.
Come già accennato, le opere andrebbero conservate in cassettiere di idonee dimensioni, disposte in posizione distesa e inserite singolarmente in apposite buste di poliestere o carta; poiché tutto ciò risulta impossibile nel caso di collezioni personali conservate presso la propria abitazione, una soluzione valida sarebbe l’avvolgimento all’interno di tubi in cartone rigido.
Questo semplice accorgimento, sempre più spesso utilizzato a livello archivistico, consente di salvare sia lo spazio che gli stessi manifesti: tubi dal diametro di dimensioni sufficienti , infatti, permetto di conservare in sicurezza più opere contemporaneamente riducendone notevolmente l’ingombro. È importante che la lunghezza del tubo superi almeno di qualche centimetro quella del lato minore del manifesto e che le dimensioni del diametro siano sufficientemente ampie perché i manifesti, arrotolati su se stessi, possano assestarsi liberamente senza risultare eccessivamente compressi. Ciò è fondamentale per evitare di provocare danni meccanici alle opere sia in fase di inserimento che di rimozione dal tubo.
Sarebbe, infine, opportuno che i tubi fossero dotati di tappi per preservare dalla polvere il contenuto, e che venissero disposti in orizzontale, magari sui ripiani di uno scaffale in metallo, in modo tale da evitare la formazione di pieghe e deformazioni in corrispondenza del lato del manifesto su cui poggia il peso.
Alcuni accorgimenti in caso di…
Nel caso in cui i manifesti siano stati precedentemente piegati, per non creare ulteriori punti di fragilità, sarebbe bene limitarsi a sfruttare le pieghe già esistenti. Le linee di piegatura, solitamente perpendicolari
fra loro e parallele ai lati, provocano segni evidenti nell’immagine e, se la carta è particolarmente fragile, possono essere causa di lacerazioni, anche molto estese.
Vale la pena a questo punto affrontare un ulteriore tasto dolente, ossia i tentativi di riparazione. Ovviamente l’applicazione di nastro adesivo rappresenta il metodo più semplice ed immediato per riparare strappi e lacune. Capita spesso di vedere manifesti precariamente ricomposti con nastri adesivi di qualsiasi genere, compreso il nastro da pacchi. L’uso del nastro adesivo, oltre a non risolvere strutturalmente il problema, causa con il passare del tempo, l’apparizione di sgradevoli macchie dovute al degrado dell’adesivo penetrato tra le fibre della carta. Tali macchie possono essere talmente evidenti ed invasive da limitare la leggibilità dell’immagine, oltre che molto difficoltose da rimuovere. Partendo dal presupposto che è sconsigliabile effettuare riparazioni di fortuna che rischiano solo di peggiorare la situazione, un’alternativa relativamente meno dannosa consiste nell’uso di particolari nastri adesivi studiati per la
conservazione, come il Filmoplast ®.
Anche in questo caso è consigliabile applicarlo come soluzione
temporanea, meglio se solo nei punti di maggiore fragilità.
Questo breve articolo vuole essere un semplice vademecum utile a coloro che hanno a cuore la propria collezione, pertanto in ultimo vorrei ricordare che prevenire è sempre meglio che restaurare!