C’era una volta…Aurora, la bella addormentata
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Anche La bella addormentata nel bosco è una fiaba molto famosa della tradizione europea, della quale esistono numerosissime varianti, ma tutte contraddistinte da elementi comuni che derivano dalla trazione folkloristica popolare.
Partendo da una famosa antenata come Brunilde, la cui storia viene narrata nella Saga dei Volsunghi, si arriva al 1300 con il corposo romanzo cavalleresco Roman di Perceforest che narra la storia della principessa Zellandine innamorata e ingannata dai comportamenti poco principeschi di Troilo: questi due soggetti costituiscono una sorta di archetipo della bella addormentata. La prima versione che si possa definire come una vera e propria fiaba è quella di Giambattista Basile con la sua Sole, Luna e Talia del Pentamerone pubblicato nel 1634. Tutte queste storie, oltre ad essere accomunate da elementi folkloristici comuni, presentano tutte elementi molto crudi ed alquanto espliciti, certamente non adatti ad un pubblico infantile. Un’altra tra le versioni più antiche arriva dalla Scandinavia da dove proviene anche la mitologia norrena che racconta delle tre Norne che intrecciando i fili, compongono l’arazzo del destino; nella storia di Norna-Gestr esse sono intese come maghe, che accorse alla culla del neonato, predicono il passato, presente ed il futuro che si presenta assai breve per il piccolo.
Le due versioni più conosciute e diffuse sono quelle di Charles Perrault, pubblicata ne I racconti di mamma l’oca del 1697 e quella dei fratelli Grimm, contenuta ne Fiabe del focolare del 1812.
La versione Charles Perrault, prende spunto dal tema narrato da Giambattista Basile e viene intitolata La belle au bois dormant, che rimarrà il titolo con cui la fiaba è comunemente conosciuta. Perrault conduce un’operazione di snellimento della fiaba, eliminando e variando gli elementi originali più crudi e violenti, che erano degni di una vera e propria storia horror.
La versione dei fratelli Grimm intitolata Rosaspina, ha alcuni elementi che coincidono con la versione di Perrault, come ad esempio il risveglio della principessa da un profondo sonno. Anche Italo Calvino si occupa della fiaba, descrivendo e catalogando molte delle versioni del tema nella raccolta Fiabe italiane.
Elemento comune in tutte queste versioni è il sonno letargico dell’eroina, che viene interrotto dall’intervento diretto da una figura maschile, re o principe che sia, mentre il nome della protagonista varia: Basile la chiama Talia ed i suoi bambini sono il Sole e la Luna; Perrault la definisce solamente la princesse chiamando sua figlia Aurore; Pëtr Il’ič Čajkovskij autore delle musiche del famosissimo allestimento in balletto della fiaba, trasferisce il nome dalla figlia alla madre chiamandola Aurora la principessa, come farà poi Walt Disney che userà per il film anche le musiche tratte dal balletto stesso; per i fratelli Grimm la principessa è invece chiamata Rosaspina, nome utilizzato in parte anche nella versione disneyana, facendo particolare riferimento ai cespugli di rovi che circondano il castello nel bosco dalle fate.
Oltre al balletto divenuto famoso sulle musiche di Čajkovski con coreografia di Marius Petipa, che fu allestito per la prima volta al di fuori dal teatro Mariinskij di San Pietroburgo, nel 1896 al Teatro alla Scala di Milano, la fiaba è divenuta un’opera lirica nel 1922, ad opera di Ottorino Respighi, che la mise in scena per la prima volta a Roma, presso il Teatro Odescalchi.
La grande fortuna della fiaba a teatro è stata rinverdita recentemente con lo spettacolo concepito dal famoso coreografo inglese contemporaneo Matthew Bourne, che realizza adattamenti trasgressivi e non convenzionali ma indimenticabile resta l’interpretazione offerta dalla coppia Carla Fracci – Rudolf Nurejev nel celebre Pas de deux del III atto della Bella addormentata nel bosco su musiche di Čajkovski e con la coreografia dello stesso Nurejev.
Al cinema le versioni partono dai primi anni ’50, per giungere alla versione più famosa del 1959 per mano di Walt Disney, con il suo film d’animazione La bella addormentata nel bosco (Sleeping Beauty). Come già accennato la pellicola è basata principalmente sulla versione di Charles Perrault. Il film fu accolto timidamente e non particolarmente apprezzato dalla critica: questo fatto spinse la casa cinematografica a sospendere le produzioni basate sugli adattamenti delle fiaba; si dovrà attendere il 1989 con La Sirenetta per rivedere un adattamento disneyano realizzato per il grande schermo. La locandina italiana fu affidata a Bruno Napoli, illustratore che realizzò moltissimi manifesti per i film di Walt Disney.
Sempre per il cinema sono molti adattamenti realizzati, a partire da una versione finlandese nel 1949 intitolata Prinsessa Ruusunen, due adattamenti tedeschi della fiaba dei fratelli Grimm nel 1955 e nel 1971, intitolati Dornröschen. Negli anni ’70 sono stati realizzati invece Qualcuno lo chiama amore (Some Call It Loving-1973), di James B. Harris e la produzione cecoslovacca Come si svegliano le principesse (Wie man Dornröschen wachküsst-1977).
Nel 1987 il regista David Irving realizza Sleeping Beauty che fa parte della serie Cannon Movie Tales, che raggruppava lungometraggi basati sulle classiche fiabe dei Fratelli Grimm, Charles Perrault e Hans Christian Andersen. Anche per la televisione abbondano gli adattamenti prodotti da molti paesi europei sia in carne ed ossa, sia come cartoni animati, mentre per la tv americana fu realizzato nel 1958 il Shirley Temple’s Storybook, un programma televisivo antologico dedicato ai bambini dove le fiabe venivano appunto narrate dalla giovanissima attrice. Attualmente sta riscuotendo grandissimo successo la serie tv Once Upon a Time, che raggruppa una serie di personaggi tratti dalle fiabe più conosciute e popolari, tra i quali compare anche Aurora interpretata da Sarah Bolger.
Il grandissimo ritorno sul grande schermo di parte della fiaba è avvenuto nel 2014 con Maleficent di Robert Stromberg con Angelina Jolie nei panni di Malefica e Elle Fanning in quelli della giovanissima Aurora. La pellicola, anche se la sceneggiatura si discosta molto, è in parte ispirata al film disneyano e risulta essere una sorta di spin-off della stessa, nella quale viene narrata la storia di Malefica, una giovane e bellissima creatura che illusa e ferita da un amore “umano”, diviene una delle più potenti fate ed accecata dall’odio lancia una maledizione sulla neonata Aurora, figlia del suo vecchio amore. Il film che ha riscosso un grande successo di pubblico, ci presenta una Jolie completamente irriconoscibile nei panni della cattiva fata per eccellenza.
Ed in un pomeriggio pieno di magia, i piccoli ospiti del Museo Fermoimmagine hanno potuto incontrare Aurora e Malefica:
(Chiara Merlo)