Amici miei (Mario Monicelli, 1975)
/?php get_template_part('parts/single-author-date'); ?>Alle ore 21:00 proiezione del film Amici miei di Mario Monicelli (1975).
Introduce Federico Colombo
Soggetto: Pietro Germi – Sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, Pietro Germi – Fotografia (Panoramico, Eastmancolor): Luigi Kuveiller – Scenografia: Lorenzo Baraldi – Musica: Carlo Rustichelli – Montaggio: Ruggero Mastroianni – Produzione: Carlo Nebiolo per Rizzoli Film (Roma) – Distribuzione: Cinetiz – Origine: Italia.
Con Ugo Tognazzi (il conte Lello Mascetti), Philippe Noiret (Giorgio Perozzi), Gastone Moschin (Giambaldo Melandri), Adolfo Celi (il prof. Sassaroli), Duilio Del Prete (Necchi), Bernard Blier (Righi), Olga Karlatos (Donatella), Milena Vukotic (Alice, moglie di Mascetti), Silvia Dionisio (Titti), Franca Tamantini (Carmen, moglie di Necchi), Angela Goodwin (l’amante di Perozzi), Marisa Traversi (la moglie separata di Perozzi), Edda Ferronao (una suora), Maurizio Scattorin, Mauro Vestri, e il cane Birillo.
Cinque amici cinquantenni, toscani e buontemponi, cercano di vincere la noia quotidiana incontrandosi per combinare insieme scherzi e goliardate. Tra lora c’è chi ha famiglia (come il nobile spiantato Lello Mascetti, che stenta a mantenere moglie e figlia) e chi vive separato dalla moglie con un figlio già grande (il giornalista Perozzi); ci sono professionisti affermati, come l’architetto Melandri e il chirurgo Sassaroli, ideatore delle burle più atroci, e il modesto gestore di caffé (Necchi). Sono accomunati tutti dalla voglia di ridere di se e degli altri, dal gusto di non prendere mai nulla sul serio. Quando vogliono divertirsi organizzano delle gite nei paesi vicini, vere e proprie “zingarate” durante le quali nessuno può dirsi al sicuro dai loro picareschi e surreali scherzi. Da un soggetto di Pietro Germi, Mario Monicelli traduce in immagini un film che ha regalato al cinema italiano delle interpretazioni eccezionali e una serie di battute indimenticabili ormai indelebilmente impresse nell’immaginario collettivo.
Ingresso 3 euro